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Cronaca

Negati i domiciliari a Giovanni Brusca: la Cassazione vuole vederci chiaro

La sentenza dello scortso 7 ottobre parla di “compiuto ravvedimento”. Inoltre il “pentimento civile” va rivisto nel tempo, pertanto Giovanni Brusca non uscirà dal carcere.

Giovanni Brusca non potrà ancora godere della possibilità di trasferimento dal carcere per proseguire lo sconto della pena agli arresti domiciliari. La decisione è stata presa dalla Cassazione e dal Tribunale di Sorveglianza di Roma. A fare da fattore determinante è la sentenza emessa lo scorso 7 ottobre, quando la prima richiesta fu respinta e l’esponente mafioso, mandante della strage di Capaci del 1992 e di altri crimini sempre di stampo mafioso, fu costretto a restare in cella presso il carcere romano di Rebibbia. Da allora, le cose non sono cambiate per lui.

La Dna e la Dda di Palermo avevano in un primo tempo dato il proprio nullaosta per la concessione dei domiciliari per Brusca. Gli veniva riconosciuto un percorso di revisione critica, tanto da ottenere già oltre 80 permessi premio. Tuttavia, la Cassazione ha espresso parere contrario così come, in seguito il Tribunale di Sorveglianza. Quest’ultimo aveva valutato in maniera positiva l’apporto collaborativo di Brusca. Ma ciò non poteva bastare per il trasferimento ai domiciliari, dato che il mafioso “non ha ancora percorso davvero il cammino dell’emenda nei confronti delle vittime, del riscatto morale nei riguardo dei familiari“.

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La decisione del Tribunale di Sorveglianza capitolino aveva trovato anche l’appoggio della Suprema Corte. Così si è deciso di non procedere con il provvedimento in favore di Giovanni Brusca. Inoltre, la Cassazione sottolinea “l’insussistenza delle prove di un effettivo compiuto ravvedimento” da parte dell’esponente mafioso. Questo percorso, secondo l’organo giudicante, è stato “attualmente solo intrapreso” da Brusca, pertanto non è da considerarsi completato.

Lo sforzo di Brusca nel manifestare il suo pentimento civile e il suo intento di riconciliazione nei confronti delle famiglie delle vittime e della società tutta vanno approfonditi e verificati nel corso del tempo“, si legge nella decisione della Cassazione. Dunque Giovanni Brusca dovrà attendere ancora, prima di poter tornare a casa.

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