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Politica

Scozia, chiesto referendum per l’indipendenza. Ma Johnson dice no

Il premier Sturgeon annuncia di aver scritto al primo ministro britannico per un nuovo referendum per l’indipendenza della Scozia. Ma il primo pensiero di Johnson è la Brexit.

Rischiano di complicarsi i piani di Boris Johnson, appena pochi giorni dopo la sua elezione a primo ministro britannico. Una piccola ma significativa minaccia arriva da molto vicino, più precisamente dalla Scozia. Qui, il premier della nazione britannica Nicola Sturgeon continua a muoversi per chiedere l’indipendenza del proprio Paese. E così, da una piccola richiesta potrebbero derivare anche i primi problemi per il neo-eletto primo ministro della Gran Bretagna. Ma andiamo con ordine.

La Sturgeon si è espressa in maniera chiara nei giorni scorsi, proprio dopo l’esito della tornata elettorale nel Regno Unito. “La Scozia lo ha fatto capire chiaramente la scorsa settimana. Noi non vogliamo che un governo Tory guidato da Boris Johnson ci porti fuori dall’Unione Europea“. E così, il premier scozzese ha nuovamente richiesto al suo nuovo “collega” britannico di dare il via libera al secondo referendum per l’indipendenza della sua nazione. Una richiesta autorevole ma anche legittima, se consideriamo l’ottimo risultato ottenuto proprio durante le recenti elezioni. Il Partito nazionalista scozzese ha infatti ottenuto ben 47 seggi sui 59 che poteva portare a casa.

Boris Johnson – meteoweek.com

Tuttavia, la richiesta effettuata attraverso una lettera ufficiale dalla Sturgeon non ha ottenuto gli effetti sperati. Boris Johnson ha infatti rispedito al mittente i propositi di referendum e di indipendenza da parte del premier scozzese. Secondo il nuovo primo ministro della Gran Bretagna, infatti, “un nuovo ritorno alle urne il prossimo anno avrebbe degli effetti dannosi sul nostro popolo. Non dobbiamo distrarre i britannici da cose più importanti“. Che detto in parole povere, significa che Johnson ha in mente solo una cosa in questo momento: la Brexit.

Certo, si sta parlando anche di altri aspetti interni alla Gran Bretagna nei primi incontri istituzionali. Come ad esempio l’adeguamento del sistema sanitario, il rafforzamento delle misure di sicurezza e nuovi investimenti su servizi pubblici e infrastrutture. Ma è la Brexit a campeggiare in maniera sempre più forte nella mente di Johnson, nonostante le ultime manifestazioni di protesta. Dunque, almeno per il momento, la Scozia e il suo primo ministro non avranno il loro referendum tanto sperato.

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