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Politica

Decreto Semplificazioni: prende forma ma ancora tensioni tra Pd e M5s

Iniziano a delinearsi i pilastri portanti del decreto Semplificazioni. Ciò che manca è, piuttosto, un accordo tra Pd e M5s in tema di cantieri e Codice degli appalti. 

(Foto di Andreas Solaro, da Getty Images)

Si schiariscono le idee sul decreto Semplificazioni, ma rallenta l’azione di Governo. Se da un lato trapelano i primi dettagli sui punti focali della manovra, dall’altro il dl Semplificazioni non appare neanche nell’agenda del Consiglio dei ministri. Sulle tempistiche, diverse sono le ipotesi. Volendo essere ottimisti il decreto potrebbe entrare nel dibattito politico la prossima settimana. All’interno del Movimento 5 stelle qualcuno parla dei primi di luglio. Ad ogni modo, il decreto slitta ancora, e la strada su un accordo in tempi brevi si fa sempre più in salita. Intanto, stando a quanto emerso, sembrerebbe che il decreto Semplificazioni reggerà su tre pilastri fondamentali: intervento sui cantieri e sugli appalti per le opere pubbliche, sburocratizzazione della pubblica amministrazione e sblocco degli investimenti.

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A destare maggiori preoccupazioni, è soprattutto la manovra sugli appalti. E le tensioni si consumano in seno alla maggioranza. Da un lato il M5s invoca la sospensione del Codice degli appalti per tre anni. Oltre a questo, gare in massimo 45 giorni, le autorizzazioni ambientali entro sessanta. Alla base di queste proposte ci sarebbe, di fondo, un processo di deregolamentazione che porterebbe con sé un notevole alleggerimento della burocrazia. Per farlo, però, è necessario concedere maggiori poteri a due commissari: gli amministratori delegati di Anas e Rfi. Dall’altro lato, invece, il Pd non ha in programma di smantellare il nuovo Codice degli appalti, tra l’altro firmato nel 2016 da Graziano Delrio (Pd), allora ministro delle Infrastrutture. Per evitare uno smantellamento tout court, il Pd ha già presentato un piano ben delineato. Il progetto ha in programma di investire 200 miliardi nel corso di 15 anni. Lo scopo è sbloccare i cantieri, includendo anche i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. A questo punto, secondo il Pd, sarebbero necessari circa 12 commissari per garantire il completamento di circa 25 opere di complesse. Insomma, i dem sostengono una linea opposta al M5s: il Codice può esser toccato quel tanto che serve, per il resto è necessario investire e riorganizzare i lavori. Conte e i tecnici da lui designati propongono allora un compromesso: pochi commissari straordinari e una maggiore flessibilità nell’applicare rapide deroghe al Codice. L’idea è di estendere le pratiche velocizzate previste nel Codice stesso. Il “come”, però, è ancora tutto da vedere.

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Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e Greta Thunberg (foto di Kenzo Tribouillard, da Getty Images)

Il decreto Semplificazioni, però, non è ancora tutto da strutturare. Appaiono già, infatti, riforme pronte, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente. A illustrarle è stato lo stesso ministro dell’Ambiente Sergio Costa, durante un incontro con il premier che ha avuto luogo in mattinata. Le norme (cinque in tutto) hanno diversi scopi. Tra questi, sbloccare i procedimenti per le bonifiche e velocizzare l’installazione di colonnine elettriche. Poi ancora, norme sugli interventi contro il dissesto idrogeologico e norme sui presidenti dei parchi nazionali. A rivelare qualche dettaglio sulle bonifiche è l’Huffington Post, in possesso di un testo che prevede la nomina di “uno o più commissari straordinari per accelerare gli interventi di bonifica e di riparazione del danno ambientale nei siti di interesse nazionale di Crotone, Brescia Caffaro e Taranto”.

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Poi i parchi nazionali. Le novità riguardano in primis l’incarico da presidente: vietata una nomina ulteriore per chi ha già ricoperto l’incarico per due mandati. Inoltre, è prevista l’applicazione della legge Severino ai presidenti in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi. Poi gli interventi contro il dissesto idrogeologico: sono in programma tempi di assegnazione dei fondi ai commissari più rapidi. L’idea è di garantire una realizzazione degli interventi “a seguito dell’adozione del provvedimento di assegnazione delle risorse, prescindendo comunque dall’effettiva disponibilità di cassa”. Insomma, per tutto il decreto Semplificazioni bisognerà attendere ancora un po’. Nel frattempo, però, qualche tassello inizia a prendere una forma più definita.

 

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