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Cronaca

Gualtieri: “Non c’è tempo da perdere, dobbiamo spendere i fondi Ue”

Il ministro dell’economia ha presentato la bozza del Piano nazionale di Riforma. “È assolutamente necessario evitare che la crisi pandemica sia seguita da una fase di depressione economica”, dichiara Gualtieri.

Una netta accelerazione per cercare di porre rimedio a un immobilismo a dir poco discutibile. Questa sembra essere la nuova posizione assunta in queste ultime ore dal Governo, in merito alla gestione dei fondi provenienti dall’Unione Europea. E a rendere noto il cambio di marcia dell’esecutivo diretto da Giuseppe Conte, è stato Roberto Gualtieri. Il ministro dell’Economia è stato al centro di un appuntamento importante e molto atteso per l’agenda del Governo. Stiamo parlando della presentazione della bozza del Piano nazionale di Riforma, un passaggio decisivo per il futuro del Paese.

Gualtieri ha fatto capire che, in maniera inevitabile, l’emergenza Covid ha condizionato l’andamento dell’economia nazionale. E nella lettura delle premesse, ha parlato proprio del fatto che “l’epidemia ha cambiato in modo repentino e drammatico la vita degli italiani e le prospettive economiche del Paese”. Dopodichè Gualtieri ha ammesso che presto ci sarà il tanto atteso cambio di passo: “Non vi è tempo da perdere, e le notevoli risorse che l’Unione Europea ha messo in campo devono essere utilizzate al meglio”, ha ammesso il capo del Mef.

“È assolutamente necessario evitare – ha ribadito il ministro Gualtieri – che la crisi pandemica, inserendosi su un contesto di scarso dinamismo economico del Paese, nonché di complessi cambiamenti geopolitici a livello mondiale, sia seguita da una fase di depressione economica”. Ecco allora che il capo del dicastero dell’economia sottolinea la necessità di mettere sul piatto i fondi già ricevuti dall’Italia. Il tutto in attesa che si sblocchino gli altri tavoli della trattativa a Bruxelles, ovvero quelli che portano al Mes e al tanto agognato Recovery Fund.

Il ministro Roberto Gualtieri – meteoweek.com

Gualtieri si è espresso anche sull’evoluzione dell’emergenza sanitaria in Italia: “Nelle ultime settimane le misure di controllo dell’epidemia hanno prodotto una significativa riduzione del numero di nuovi contagi e di ricoveri in terapia intensiva”, ha dichiarato il ministro. Il tutto inquadrato in un discorso in cui si sottolinea “il via ad una graduale riapertura delle attività produttive” nel mese di maggio. Prima della “libertà di movimento dei cittadini fra Regioni” ripristinata nel mese succesivo grazie ai nuovi decreti del Governo.

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Gualtieri ci ha tenuto a sottolineare quelle che ha definito “misure di grande ampiezza e portata economico-finanziaria” per evitare i devastanti effetti dell’epidemia. Tra questi ne ha sottolineato alcuni, come “gli interventi a favore di lavoratori, famiglie, imprese e settori più impattati, nonché di rafforzamento del Sistema Sanitario nazionale e della protezione civile”. Ma ora ci sono tante altre cose da fare. E rispunta l’ipotesi salario minimo: “Sarebbe – dice Gualtieri – uno strumento di sostegno del potere d’acquisto dei salari e vettore di protezione e rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale nei settori più deboli e a basso tasso di sindacalizzazione nei quali strutturalmente non opera la contrattazione di secondo livello”.

E sull’alleggerimento della pressione fiscale, Gualtieri parla in maniera molto importante e attesa: “Stiamo lavorando una riforma complessiva della tassazione diretta e indiretta”, ha dichiarato il ministro dell’economia. La riforma si rivela necessaria per poter “disegnare un fisco equo, semplice e trasparente per i cittadini, che riduca in particolare la pressione fiscale sui ceti medi e le famiglie con figli”. E poi c’è il fine predominante in chiave produttiva, ovvero l’accelerazione della “transizione del sistema economico verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale”.

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