Calenda: “In un paese di mostri, prima di tutto sanità ed istruzione”

Il leader di Azione, Carlo Calenda, intervistato da Fanpage.it, pone l’accento sulle urgenze da affrontare in Italia da parte della politica: sanità e istruzione. La strada giusta per liberarci dai “mostri” che affliggono il paese.

In questi giorni è stato pubblicato il libro ‘I mostri’, di Carlo Calenda. Chi sono i mostri? Come spiega lo stesso Calenda, sono tutte le componenti della democrazia pluralista, quindi non solo la politica, che hanno portato alla “degenerazione di tutto il sistema”.  I mostri della politica, ma anche dei media per esempio: e le conseguenze di tutto questo  si riflettono sui cittadini: “La prima cosa da fare è una gigantesca opera di educazione istituzionale, che non va fatta solo a scuola ma anche sugli adulti, perché altrimenti la gente vota senza sapere di chi è la responsabilità delle cose. Se no la politica diventa X Factor, il Grande Fratello, voti chi ti sta simpatico” dice Calenda nel corso di una intervista su Fanpage. Per poi definire, o meglio ribadire le priorità del suo partito Azione: la sanità e l’istruzione: “Oggi come Stato dobbiamo curare le persone, perché nel Meridione le liste d’attesa sono un disastro planetario. Il diritto alla salute è il primo diritto del welfare. E dall’altro lato l’istruzione: il tempo pieno va fatto in tutte le scuole. Al Sud molte famiglie non vogliono il tempo pieno, ma deve essere obbligatorio perché i ragazzi vanno accuditi nel pomeriggio, bisogna farli leggere, fargli fare sport e questo è compito dello Stato”. Una situazione che per Calenda è quasi drammatica, e la cui soluzione deve essere prioritaria: “Non possiamo accettare di essere il Paese più ignorante dell’Occidente, questa è un’urgenza assoluta”. Poi ci sarebbe la sicurezza, ma su questo Calenda è in controtendenza rispetto alle spinte securitarie di tanti altri leader politici: “Noi investiamo in sicurezza quanto gli altri Stati ma molto meno in sanità e istruzione”.

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Di priorità però ce ne sono anche altre, a partire da lavoro e tasse: “La diminuzione della pressione fiscale può avvenire solo attraverso il recupero dell’evasione: ogni euro recuperato dalle tasse va in un taglio delle tasse, con un vincolo di destinazione per legge. L’evasione si combatte con l’incrocio delle banche dati. Si può sconfiggere, non lo si vuole fare. Perché le banche dati ti consentono di recuperare 50 miliardi di euro l’anno” spiega Calenda. Interventi urgenti, necessari per ristabilire un principio di fiducia e per evitare che il Paese, in “sei mesi, un anno o un anno e mezzo salti per aria”. Previsione esagerata? Forse, anche se i segnali di un decadimento sempre più veloce del rapporto tra stato e cittadini sono evidenti. Per uscire da questa situazione è necessario “affermare che il ruolo della politica è la gestione delle cose, fare 500 leggi che riformano non serve a niente. Se ne esce con una politica diversa, che è capace di dire di un provvedimento di un avversario che è un buon provvedimento se lo è. Non mi faccio trascinare in uno scontro adolescenziale in cui tutto ciò che fa il mio avversario è negativo e tutto ciò che faccio io è buono”. L’ultima riflessione è dedicata all’attuale governo: “Questa maggioranza è indecisa su tutto, se prendere 36 miliardi per la sanità, non riesce a dare garanzia all’impresa tranne che alla Fiat con una operazione agghiacciante e come al solito abbiamo piegato la testa. È finita. Conte può gestire questa condizione dell’Italia con la sua retorica perché non dice mai niente? Non si capisce nulla di quello che vuole fare. Siamo un Paese in cui vince sempre il conflitto istituzionale e questa melliflua retorica che copre tutto ci uccide. Questo governo è solo un passaggio sulla via della decadenza iniziata da 30 anni”. E non serve rottamare questo Paese, perché “è già tutto rottamato: qui c’è solo da ricostruire, vanno rottamati solo il linguaggio e i finti conflitti”, conclude Calenda.

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