Il ministro degli Esteri ucraino alla riunione della Nato chiede più armi pesanti. Altrimenti ci saranno altre Bucha.
Secondo il Pentagono gli ucraini possono vincere la guerra contro Mosca.
«Sono venuto a Bruxelles con tre temi nella mia agenda: armi, armi, armi». Sono le parole del ministro degli Affari esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, in un punto stampa assieme al segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, arrivato per la riunione dei ministri degli Esteri dei membri dell’Alleanza Atlantica.
Il modo migliore per aiutare l’Ucraina, ha detto Kuleba, è darle i mezzi per contenere l’aggressività di Mosca. E dunque, prosegue, «più armi avremo e prima arriveranno, e più persone saranno salvate, più città e villaggi non saranno distrutti e non ci saranno più Bucha». Kiev dunque chiede agli alleati di «mettere da parte le loro esitazioni, la loro riluttanza, a dare all’Ucraina tutto quanto di cui abbia bisogno, perché le armi servono alla pace», ha concluso.
A Kuleba ha subito risposto Stoltenberg ricordando il supporto dato «per molti anni formando centinaia di migliaia di forze ucraine e ora gli alleati stanno dando equipaggiamenti per sostenervi nella difesa». Un sostegno che oggi verrà rafforzato, ha aggiunto, con «più sistemi di difesa aerea, armi anticarro, armi leggere e pesanti e altro». Gli Stati Uniti hanno inviato 100 droni-kamikaze switchblade capaci di esplodere all’impatto e in grado di centrare l’obiettivo fino a 9 chilometri di distanza.
Interpellato dalla Cnn, il presidente polacco Andrzej Duda ha detto che il dialogo con Mosca «non ha senso». Varsavia, ha detto, chiede anzi di imporre «condizioni molto dure» alla Russia invece di dare corda al suo «gioco per guadagnare tempo».
Nel corso dell’intervista si è detto sorpreso delle «dichiarazioni emotive» del primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, che ha attaccato l’omologo francese Macron per i suoi contatti con Putin. Morawiecki li ha paragonati ai «negoziati con Hitler». Duda ha voluto comunque argomentare le esternazioni del suo primo ministro. È da molto tempo, ha fatto notare, che la Ue mantiene il dialogo con Mosca malgrado gli attacchi in Georgia, nel 2008, e in Ucraina, nel 2014.
Le truppe russe stanno completando il ritiro dalle zone intorno a Kiev e Chernihiv per «riconsolidarsi e riorganizzarsi in Bielorussia e in Russia», avverte il Pentagono. Mosca ha ormai circondato Mariupol anche se non ne ha ancora preso il controllo. L’offensiva in grande stile in Donbass, secondo le stime degli esperti militari non avverrà prima di una settimana almeno.
Intanto nell’Est dell’Ucraina proseguono le evacuazioni di civili, in attesa dell’imminente attacco russo in Donbass. Il governatore della regione di Lugansk Serghei Gaidai ha fatto sapere di aver evacuato oggi più di 1.200 persone. Gli sfollamenti sono avvenuti in condizioni precarie, ha aggiunto, perché i bombardamenti nella zona non si arrestano.
«Chiedo alla gente di andarsene perché vediamo chiaramente che, prima di passare all’offensiva totale, il nemico distruggerà completamente tutti questi luoghi», ha dichiarato alla televisione.
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