Tra i conduttori più apprezzati e conosciuti del mondo dello spettacolo nostrano, Gerry Scotti ha di recente rilasciato alcune dichiarazioni che non sono passate di certo inosservate. Ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, infatti, ha parlato del periodo in cui ha dovuto fare i conti con il coronavirus. 
Gerry Scotti e il coronavirus
Ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, Gerry Scotti ha raccontato il periodo in cui ha dovuto affrontare in prima persona il coronavirus, con il conduttore che è stato ricoverato alcuni giorni in ospedale. Guarito, è già tornato sul piccolo schermo in occasione della finale di Tu sì que vales. Nel salotto di Silvia Toffanin, quindi, il conduttore ha ricordato quei momenti, per poi aggiungere: “Vorrei salutare tutte le persone che erano ricoverate con me e di cui non conosco il nome. Spero siano tornate a casa e stiano bene“.
Non è la prima volta che il noto presentatore ricorda le persone che hanno vissuto la stessa esperienza. Su Instagram, ad esempio, ha pubblicato un post subito dopo uscito dall’ospedale utilizzando le seguenti parole: “A casa, finalmente. Grazie a tutti voi, al vostro affetto e grazie a tutti i medici, infermieri e collaboratori di Humanitas che ci hanno creduto prima di me. Un abbraccio a chi ha vissuto insieme a me questa esperienza: non vi dimenticherò“. 
Il conduttore a Verissimo
Sempre nel corso dell’intervista rilasciata a Silvia Toffanin a Verissimo, Gerry Scotti ha raccontato come trascorrere le festività. A tal proposito ha dichiarato: “Il mio Natale è sempre stato molto casalingo, senza grandi stranezze. Non cambierà molto, ma quest’anno aspetto l’arrivo della mia nipotina”.
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Pronto a diventare nonno, il presentatore ha quindi raccontato: “Ho solo un cruccio però. Io, figlio unico, ho fatto un figlio unico. Ora mi aspetto dei nipotini multipli. Ne vorrei altri due, però deve essere d’accordo anche la moglie di Edoardo”. A proposito della felicità di diventare presto nonno, sempre a Verissimo aveva fatto sapere: “Sarà una femminuccia. Mi rimbambirò anch’io come ho visto rimbambirsi i miei amici quando hanno vissuto questa esperienza”. 
