Il mostro del Circeo confessa: “non provo rimpianti, ma ora amo le donne”

Oggi rinchiuso nel carcere di Velletri (Roma) il mostro del Circeo, Angelo Izzo, rilascia un’intervista ad Adnkronos, confessando i motivi degli stupri e di non aver alcun rimpianto.

angelo izzo - mostro del circeo

Angelo Izzo concede ai giornalisti nuove parole dal carcere di Velletri, nel quale è rinchiuso per ergastolo a causa di tutti i crimini efferati che portano la sua firma. Noto soprattutto per essere stato uno degli autori del “massacro del Circeo” – fatto che gli è valso il soprannome di “mostro del Circeo”, è un uomo che ha macchiato il suo trascorso di tanti omicidi, dei quali tra l’altro non sembra affatto pentirsi.

I crimini

Siamo nel settembre 1975, quando due ragazze vengono barbaramente drogate, violentate e poi massacrate dopo un calvario di ben 35 ore. Una delle ragazze, la Lopez, trovò la fine dopo essere stata picchiata e poi annegata nella vasca da bagno; l’altra, la Colasanti, fu quasi strangolata e picchiata ripetutamente.

Izzo però venne rimesso in libertà nel 2004, anno in cui freddò la madre e la figlia di un ex affiliato alla Sacra Corona Unita – crimine conosciuto come il “massacro di Ferrazzano“. Ma non solo: secondo a quanto dichiarato recentemente, sembra sia colpevole anche dello stupro di Rossella Corazzin, una giovane di 17 anni scomparsa ormai 43 anni fa in Umbria. O almeno ciò è di quanto si è auto-accusato diversi mesi fa.

Alcuni misteri, però, non vedranno mai la luce, almeno non dalla sua bocca: “Volevo confessare alcuni dei fatti ai quali ho partecipato nell’ambito di una ricostruzione, chiamiamola storico-giudiziaria”; tuttavia, ci sono ancora “parecchie cose – ma sinceramente sono stanco di avere a che fare con investigatori ai quali dovrei fornire io le prove, oltretutto in gran parte si tratta di episodi datati”.

angelo izzo - mostro del circeo foto

Nessun rimpianto

Quanto racconta ad Adnkronos, però, non lascia trasparire alcun cenno di pentimento o rimpianto per il dolore e la sofferenza che ha seminato in quei terribili anni, mentre era a piede libero. “Non sento un bisogno di pace. Mi rendo conto che talvolta ho commesso cose crudeli, ma anche se provassi dei rimorsi non mi sembra il caso di esibirli”.

Anche chiedere perdono è, secondo il mostro, qualcosa dal quale doversi astenere: “Trovo poco estetico questa specie di mercato che intercorre tra rei e parenti delle vittime. Non appartiene al mio modo di essere e di fare”.

“Adoro le donne, sono meglio degli uomini”

Del resto, è impossibile tornare indietro. E le cose sono cambiate da allora, così come è cambiato il suo modo di vedere le cose. “Oggi non vedo tante cose nello stesso modo in cui le vedevo, che so, a 20 anni”, confessa il mostro del Circeo. “Se proprio ho un rimpianto è quello di aver ‘collaborato’ con grandi magistrati come Vigna, Mancuso, Borsellino, Guido Salvini, Grasso, cioè, gente che come me ci credeva, poi invece ho incontrato uno Stato incapace di fare giustizia. Se penso ai vari Sergio Calore e Italo Ceci, assassinati recentemente senza manco ottenere giustizia, sono nauseato…”.

Anche degli stupri dei quali si è macchiato in passato, ora ne racconta una visione diversa, tentando quasi di giustificarsi o di redimersi. “Le violenze carnali che ho commesso facevano parte di un modo di vivere sbagliato dei miei anni verdi. Avevano a che fare con l’idea che mi sentissi una specie di vichingo. Oggi penso siano atti sbagliati. Chi commette queste cose è un miserabile. Adoro le donne e penso siano meglio degli uomini”.

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