17enne crocifisso e sgozzato. La ragazza che lo tradì non sarà punita

Per l’omicidio del 17enne crocifisso e sgozzato, la ragazza che lo tradì non sarà punita. Il 19 luglio 2015 Ismaele Lulli, di Sant’Angelo in Vado, provincia di Pesaro Urbino, era stato ucciso per una relazione con la fidanzata di un suo amico.

17enne crocefisso e sgozzato. La ragazza che lo tradì non sarà punita – meteoweek.com

“Non esistono elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio” per Ambera Salij, la ragazza ancora indagata. Per l’omicidio avvenuto nel 2105 di Ismaele Lulli a Pesaro, La Corte d’assise d’appello di Ancona nel 2018 aveva confermato l’ergastolo per Igli Meta e applicato la stessa pena a Marjo Mema, che assieme ad Ambera erano stati i protagonisti della crudele esecuzione. L’accusa infatti, era di aver sgozzato il 17enne di Pesaro per una relazione con la fidanzata di Meta. Quest’ultimo aveva convinto la ragazza a mandare a Ismaele un messaggio per attirarlo a un appuntamento. Qui si erano presentati poi lui e Mema.

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Ismaele era stato legato dai due ragazzi ad una croce, a San Martino in Selva di Sant’Angelo in Vado. Poi i due per vendetta lo avevano accoltellato e sgozzato. Gli imputati, di origine albanese, avevano negato di aver sferrato la coltellata fatale. Per i due fu esclusa la premeditazione ma riconosciuta l’aggravante della crudeltà e sevizie per l’accusa di concorso in omicidio volontario.

Oggi per il 17enne crocefisso e sgozzato, la ragazza che lo tradì non sarà punita: Ambera Salij infatti, secondo il Tribunale, non ha responsabilità penali per l’omicidio di Ismaele. La procura di Urbino ha chiesto al Gip l’archiviazione della posizione della 23enne. Su di lei pendeva l’accusa di concorso in un reato diverso da quello voluto. La ragazza macedone, per anni residente a Lunano nel Pesarese, aveva solo avuto una breve relazione con Ismaele.

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Ismaele Lulli

Igli Meta, il fidanzato, l’aveva scoperta. Residente a Urbania, al tempo 20enne, Meta era dedito allo spaccio di droga. Ma, secondo la Giustizia, fu solo Meta a mettere in atto la vendetta, con la complicità del suo amico, usando la ragazza come esca. Nei confronti della ragazza, scrive il procuratore Andrea Boni, “non esistono elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio”. Per questo oggi è stata scagionata per aver avuto una posizione marginale all’interno della vicenda.

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Nel maggio 2018 quando Meta e Mema sono stati condannati all’ergastolo Debora Lulli, madre di Ismaele aveva detto: “Non posso dire di essere felice ma almeno mio figlio riposerà in pace”.

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