Iraq, lo Stato Islamico si riorganizza con 10 mila combattenti

Migliaia di combattenti dell’Isis sono tornati in Iraq, dove si stanno riorganizzando per nuovi attacchi. Si nascondono sulle montagne di Hamrin e sono molto più potenti. 

L’Isis si riorganizza e lo fa in Iraq, un luogo emblematico perché proprio lì, due anni fa, il premier Abdel Abdul-Mahdi lo aveva dato per sconfitto. Lo riferiscono i funzionari dell’inteligence curda alla Bbc. In particolare, l’autoproclamato Stato Islamico starebbe mettendo in piedi una riorganizzazione sofisticata, con miliziani dell’Isis più qualificati e più pericolosi di quelli di al-Qaeda.

Lahur Talabany, un alto funzionario dell’antiterrorismo curdo ha spiegato come i componenti dell’Isis “hanno ha disposizione tecniche migliori, tattiche migliori e hanno più soldi. Sono in grado di comprare veicoli, armi, cibo ed equipaggiamenti. Tecnologicamente sono più esperti. E’ più difficile liberarsi di loro”.

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Talabany, che guida una delle agenzie di intelligence in Kurdistan, la Zanyari Agency a Sulaimaniya, ha spiegato che le attività dell’Isis sono in aumento e “pensiamo che la fase della ricostruzione sia stata completata”. Gli obiettivi del nuovo Isis si sarebbero accresciuti, i miliziani non vogliono solamente controllare un territorio per evitare di essere un obiettivo. Ma, come già i militanti di al-Qaeda, gli estremisti dell’Isis faranno sempre più attacchi.

I militanti Isis si sono nascosti nelle montagne di Hamrin in Iraq: ”Questo ora è il centro dell’Isis – ha detto Talabany-. È una lunga catena montuosa e per l’esercito iracheno è molto difficile da controllare. Ci sono un sacco di caverne e nascondigli”.

Talabany teme che l’Isis possa aumentare i propri seguaci, grazie alla rivolta attualmente in corso a Baghdad, sfruttando il senso di alienazione dei musulmani sunniti. ”Se c’è una rivolta politica, questa rappresenta il paradiso per l’Isis” ha aggiunto il funzionario. Secondo rapporti dell’intelligence dei Peshmerga, i ranghi dell’Isis sono divenuti più cospicui, grazie ad un centinaio di combattenti provenienti dalla Siria, fra cui i foreign fighter con le loro cinture esplosive.

”Posso paragonare il 2019 con il 2012 – ha detto il generale curdo alla Bbc – quando erano all’inizio, si stavano organizzando e stavano ricevendo soldi dalla gente. Se la situazione continua in questo modo, nel 2020 saranno ancora più organizzati, più potenti e faranno ancora più attacchi”. Fonti dell’intelligence curda stimano che ci siano circa 10 mila uomini dell’Isis in Iraq, con cinquemila combattenti attivi e un numero simile di cellule dormienti e simpatizzanti.

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