Coronavirus, rapporti tesissimi tra Roma e Pechino

La vicenda del blocco dei voli e i sempre più rigidi controlli di dogana avrebbero irrigidito i rapporti diplomatici tra Cina e Italia. Il giallo della comunicazione della riapertura dei collegamenti.

Il trasporto degli italiani rientrati da Wuhan nella zona di quarantena della Cecchignola (Photo by Andreas SOLARO / AFP) (Photo by ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

Italia-Cina, rapporto teso

Sono rigidi, freddi, ai limiti dell’incidente diplomatico i rapporti tra l’Italia e la Cina a seguito delle contromisure adottate dal nostro paese per fronteggiare l’emergenza sanitaria del coronavirus. Pechino avrebbe più volte sollecitato l’Italia a riaprire i voli da e per la Cina e a rendere meno problematico il flusso di merci provenienti verso il nostro paese e bloccate alla dogana.

Voli ancora chiusi

Un rapporto sempre più problematico che la settimana scorsa ha vissuto il suo momento di crisi quando Pechino, in modo unilaterale, aveva annunciato che Roma avrebbe riaperto da e per la Cina. Un annuncio prematuro perché in realtà l’accordo non c’era e si trattava semplicemente di una trattativa in divenire. Alla notizia diffusa dalla Xinhua, la principale agenzia di stampa cinese, sono seguite le smentite quasi immediate della Farnesina che hanno ulteriormente indispettito il governo cinese.

Il caso degli studenti cinesi

In Cina attendono di tornare in Italia non meno di un migliaio di studenti che frequentano corsi universitari nelle nostre città e che sono bloccati da settimane nel loro paese anche se vivono lontano da Wuhan, la città epicentro del contagio. Il blocco dei voli, d’altronde, non è una contromisura solo italiana.

Un anno storico

E pensare che il 2020 rappresentava il cinquantesimo anniversario dell’apertura delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina e doveva anche rappresentare un anno importante nei rapporti tra i due paesi. Erano in programma scambi culturali, mostre, iniziative bilaterali di cultura e del turismo. Una grande opportunità per il nostro paese per rendere meno opprimente il pressing commerciale della mano d’opera cinese in Italia. Al momento è tutto bloccato…

Il rimpatrio degli italiani da Wuhan (Photo by ANDREAS SOLARO / AFP) (Photo by ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

Lo sgarbo italiano

La Cina ha vissuto come un vero e proprio sgarbo il fatto che l’Italia sia stato il primo Paese a bloccare tutti i voli, ancora prima che gli Stati Uniti chiudessero le frontiere. Un’iniziativa che l’Italia ha preso immediatamente isolando chi dalla Cina doveva rientrare in Italia ma anche centinaia di cittadini cinesi che vivono qui. Pechino aveva parlato di ‘iniziativa forzata e sproporzionata’ da parte del nostro governo. Dalla Cina all’Italia il flusso di persone e di merci è costante e continuo: si parla di circa 60 voli alla settimana e non meno di un migliaio di passeggeri in entrata e in uscita.

I cinesi vogliono rientrare

Tutto fa pensare che i rapporti non si tranquillizzeranno anche se l’Italia, dopo una serie di controlli supplementari, ha finalmente autorizzato due voli speciali per rimpatriare i cinesi bloccati nel nostro Paese, circa trecento persone. Voli charter operati dalla Sichuan Airlines e non di linea. La Cina aveva chiesto che i voli potessero riportare in Italia studenti e professionisti che da settimane sono in attesa di rientrare da noi, ma gli aerei sono partiti vuoti da Pechino per rientrare completamente pieni di cittadini cinesi residenti in Italia che volevano ricongiungersi alle loro famiglie di origine.

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L’ambasciatore cinese in italia Li Junhua al termine di un incontro ufficiale con Nicola Zingaretti (Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Esclusa la riapertura dei voli

Al momento la riapertura dei voli, smentita la settimana scorsa, è da considerarsi esclusa e con oggi si aprono giorni difficili di trattative tra Luigi di Maio e il suo collega cinese che difficilmente risolveranno un gelido stallo nei rapporti internazionali tra i due paesi.

 

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