Coronavirus, medici di Lodi: “malati si sentono abbandonati”

Una lettera scritta da due medici della zona di Lodi, racconta di una situazione difficile da gestire per gli ospedali, con i malati che si sentono abbandonati a loro stessi.

(Photo by Getty Images)

L’ordine dei Medici ha diffuso una lettera di denuncia firmata da due medici appartenenti alla zona rossa della Lombardia. Con zona rossa, si intende una di quelle zone d’Italia che sono a più alto rischio di contagio del coronavirus. Al momento, 4 medici di base della zona lodigiana sono in quarantena e molti pazienti non hanno la possibilità di essere ricoverati. Il problema risiede anche nelle risorse. È stato mandato un solo medico di famiglia per i casi di isolamento, munito oltretutto di sole due mascherine, per una popolazione che conta circa 6mila abitanti. 

Le richieste dei due medici per aiutare i malati che si sentono abbandonati

I due medici, che hanno scelto l’anonimato nell’esprimere questa denuncia, raccontano di una situazione molto difficile da gestire. Scrivono infatti che: “Ieri il collega appena arrivato, nonostante i cartelli, si è trovato in ambulatorio un paziente febbrile e dispnoico. È arrivato il 112 adeguatamente protetto, ma lui con la sua unica mascherina ha dovuto pulire poi la sala d’attesa”. Raccontano che soltanto il loro senso di responsabilità verso i pazienti le ha portate a prendere la decisione di non muoversi dall’ambulatorio.

(Photo by STR/AFP via Getty Images)

Anche solo per alleggerire il lavoro di ha il compito di rispondere alle centinaia e centinaia di chiamate che intasano i centralini dell’ospedale. E purtroppo, a farne le spese sono i pazienti. Nella loro lettera infatti, le due dottoresse scrivono che: “Anziani malati, oncologici a domicilio a cui hanno annullato tutte le visite e si sentono abbandonati”. La chiara percezione dei due medici è che i malati si sentano abbandonati a loro stessi. Nel concludere, le due dottoresse chiedono che venga inviato nella zona un medico il prima possibile. Questi inoltre, deve disporre di buone misure di protezione che gli consentano di visitare i pazienti con la febbre. 

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La loro ultima richiesta riguarda il fatto che siano gli ospedali più vicini, quelli preposti a farsi carico dei pazienti più gravi, come quelle oncologici. Sopratutto se queste persone non sono positive al coronavirus.

Carmelo Giuffre

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