M5S, rischi al Senato: frenare la grande fuga

Le espulsioni sono bloccate e il movimento 5 Stelle è in crisi. Votare il Mes diventa una priorità ma ci vogliono i numeri.

I vertici Cinque Stelle bloccano le possibili espulsioni in arrivo la prossima settimana. Vogliono evitare che i numeri al Senato possano mettere in crisi la maggioranza. Di particolare importanza la decisione per decidere al più presto sul Mes. La frenata sulle espulsioni però, da una parte tutela il governo, dall’altra potrebbe creare maggiori tensioni in seno al Movimento. La soluzione più fattibili è un rinvio dell’agenda: spostare il tutto più avanti in modo da superare un eventuale voto sul Mes e chiudere la finestra per un ritorno alle urne il prossimo settembre. Rimandare il problema potrebbe però potrebbe far traballare lo stesso il Mes, viste le posizioni contrarie di alcuni senatori. L’esecutivo infatti detiene la maggioranza solo per un paio di voti, la situazione quindi potrebbe essere in bilico. Resta comunque la variabile dei senatori a vita, per la maggior parte favorevoli al governo, che potrebbero però riservare delle sorprese. Il Movimento cinque Stelle intanto sembra essere profondamente in crisi. In totale sono 35 — Camera compresa — gli eletti che hanno lasciato il gruppo o che ne sono stati allontanati e altri sette erano stati espulsi prima di entrare in Parlamento. Il futuro incerto dei Cinque Stelle è quindi molto discusso e le scissioni al suo interno rischiano di sgretolare diversi piani governativi. Anche al senato ci sono state separazioni: c’è chi è rimasto in maggioranza come Paola Nugnes (con Leu) e Gelsomina Vono (con Italia viva), altri come Gianluigi Paragone, invece, hanno lanciato negli ultimi giorni un proprio partito “per portare l’Italia fuori dall’Ue”. La situazione quindi non sembra delle più rosee e qualcuno sta cercando di lavorare per una svolta. Dall’altra però, commenta un pentastellato della prima ora “ mancano la basi”, per questo non sarà facile riunire il movimento e trovare un accordo.

 

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