Movimento 5 stelle a rischio scissione: il piano di Luigi Di Maio

Movimento 5 stelle a rischio scissione: il piano di Luigi Di Maio per arginare Alessandro Di Battista, lo storico attivista del movimento 5 stelle.

Movimento 5 stelle a rischio scissione

L’ennesima comparsa di Alessandro Di Battista, lo storico attivista, che non ha usato mezzi termini per strigliare il movimento 5 stelle durante Mezz’ora in più in onda su Rai 3. Di Battista ha chiesto un’immediata convocazione di un congresso o un’assemblea costituente al fine di costruire una nuova agenda politica. Immediata e secca è stata la replica di Beppe Grillo: “Dopo i terrapiattisti e i gilet arancioni di Pappalardo pensavo di aver visto tutto, ma ecco l’assemblea costituente delle anime del movimento”. Eppure l’intervento dell’ex deputato giallo non ha lasciato sorpreso nessuno in quanto il suo progetto è ormai chiaro a tutti: tornare a scalare posizioni di potere nel movimento 5 stelle.

“Sarei felice se Conte si dedicasse al movimento. Sarei felice che si iscrivesse. Lo abbiamo proposto due volte candidato premier perché crediamo in lui e se iniziasse a dare un contributo più attivo al movimento sarebbe importante”: le parole di Luigi Di Maio come riportato dal Corriere della Sera. Effettivamente, il Ministro degli Esteri, come avrebbe confidato ad alcuni parlamentari, spera in un’unione del Presidente del Consiglio al movimento 5 stelle con il ruolo di candidato premier alle prossime elezioni politiche. Una situazione, questa, più che favorevole per Conte che potrebbe diventare il leader di una coalizione di centro sinistra, guidare il movimento 5 stelle o addirittura fondare un suo partito. Una richiesta di aiuto è arrivata direttamente anche da Paola Taverna del movimento 5 stelle che si è appellata al premier per accompagnare il percorso politico del movimento: “Sarei onorata. È una figura super partes e il movimento 5 stelle ha una sua identità politica, anche se siamo noi ad aver portato il premier nelle istituzioni”. Taverna sostiene poi che il movimento che verrà non dovrà più limitarsi alla denuncia e alla protesta, bensì dovrà fissarsi nuovi obiettivi. Motivo per il quale risulterebbe utile “una governance diffusa”.

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