Coronavirus, Speranza: “Il Covid circola ancora, il pericolo non è finito”

Il Ministro della Salute Speranza, dati alla mano, afferma che per l’Italia l’emergenza Covid non è ancora alle spalle. E’ necessario tenere alta la guardia.

Roberto Speranza - Meteoweek.com
Roberto Speranza – Ministro della Salute

“Il messaggio che arriva dalla lettura dei dati è che il virus circola ancora. Finché sarà così, non potremo considerare il pericolo alle spalle“. Le parole del ministro della Salute Roberto Speranza riportano l’Italia alla realtà. Dopo il calo di contagi registrato nelle ultime settimane che aveva fatto ben sperare, i numeri del Covid ricominciano a salire. Abbassare la guardia è vietato, i dati lo dimostrano. Emblematico il caso del Veneto, regione che è passata da un indice di contagiosità basso all’avere diversi nuovi focolai sparsi per il territorio. Nella regione presieduta da Luca Zaia ha fatto scalpore la vicenda di un imprenditore che, positivo al Covid, ha rifiutato il ricovero e ha viaggiato per il territorio provocando diversi infettati.

Di qui la richiesta di Zaia di rendere obbligatorio il ricovero a chi risultasse positivo al virus. Su questo punto Speranza valuta la linea d’azione. Secondo il Ministro della Salute il comportamento dell’imprenditore veneto è “inaccettabile”. E aggiunge: “Sto valutando con il mio ufficio legislativo l’ipotesi di trattamenti sanitari obbligatori nei casi in cui una persona deve curarsi e non lo fa”.

Ma per fortuna non tutti sono come l’imprenditore malato e girovago. Speranza ammette che “il mio giudizio su come si sono comportati gli italiani in questa crisi è positivo: senza questa sintonia di fondo Ira le misure adottate e i comportamenti individuali noi non avremmo piegato la curva”.

Certo però un rilassamento c’è stato. Di assembramenti se ne vedono sempre di più e di mascherine sempre di meno. Il rischio è che si cominci a prendere sotto gamba la situazione. “Dobbiamo far capire a tutti con la persuasione — l’unico strumento che funziona e ha funzionato — che finché il virus sarà attivo non solo in Italia, ma con numeri sempre maggiori e preoccupanti nel mondo, dovremo rispettare le tre regole rimaste: mascherina, distanziamento fisico di almeno un metro senza assembramenti e rispetto delle regole igieniche a partire dal lavaggio delle mani“- afferma Speranza. Poi fa appello alle parole di Papa Francesco per concludere le sue raccomandazioni: “Ho il terrore di vanificare gli enormi sforzi fatti durante il lockdown. Peggio d questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla”.

Gli interventi del Governo per la Sanità

Nell’intervista di Repubblica si parla anche di interventi finanziari. Il Covid ha portato nuove esigenze alla sanità italiana a cui il Governo deve necessariamente far fronte. Il Ministro della Salute elenca i fondi che l’Esecutivo ha stanziato e come questi verranno impiegati. “In 5 mesi abbiamo messo più risorse sulla sanità che negli ultimi 5 anni. 3 miliardi e 250 milioni solo nel decreto rilancio. In tutto siamo andati oltre i 6. Li useremo per potenziare la rete territoriale e l’assistenza domiciliare e per aumentare la capacità di posti in terapia intensiva”.

La quarantena per chi viene dell’area extra Schengen

Indubbio che il rischio in Italia si stia alzando, ma la curva della pandemia in molti paesi ancora non ha dato nemmeno un cenno di calo. E quindi come comportarsi con gli arrivi dell’estero, specialmente dall’aerea extra Schengen? Per il Ministro Speranza la soluzione a questa possibile minaccia è la quarantena. “La norma prevede che se sei stato negli ultimi 14 giorni in Paesi extra Schengen, da qualunque confine entri, devi fare la quarantena. Ci sono controlli. Teniamo un livello di cautela più alto degli altri”. E sul rischio che Trump, non contento che gli USA siano finiti nella lista nera dei paesi con più contagi, possa introdurre nuovi dazi Speranza commenta: “Gli Stati Uniti sono un partner fondamentale. Capiranno, come gli altri, che dopo il prezzo che abbiamo pagato in termini di vite umane siamo costretti a prendere precauzioni in più“.

Sanità e Scuola devono collaborare

Speranza si esprime anche sul fronte scuola, sottolineando come in un momento come questo sia necessaria una collaborazione stringente tra sanità e istruzione. “Non dobbiamo lasciare soli, neanche per un istante, i nostri presidi e i nostri insegnanti. Penso che ci siano le condizioni a settembre per ripartire in sicurezza. La mia proposta è di ricostruire un rapporto organico tra scuola e sanità” – dice Roberto Speranza. Il fulcro della sua iniziativa sta in una norma del 1961, che introduceva una “relazione organica costante della prevenzione sanitaria con le scuole”. Spiega Speranza: “Ho proposto alle Regioni che questo modello venga ripristinato. Ci saranno test sierologici sui lavoratori, molecolari sulla popolazione scolastica. Un monitoraggio costante“.

Ultimo (ma non per importanza) tema battuto durante l’intervista è il Mes. Per il Ministro della Salute l’innovazione sanitaria in Italia ha bisogno di un aiutino per partire, e una bella spinta potrebbe arrivare proprio dal Fondo Salva Stati. Molte sono i progetti del Ministero della Salute, ma “per fare queste cose serve un piano straordinario di parecchi miliardi. Il Mes è uno strumento finanziario a tasso molto basso. Rappresenta un’opportunità” – conclude Speranza.

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