Intanto TikTok sembra aver già dichiarato la sua operazione mirata all’interruzione del servizio a Hong Kong. La motivazione? L’app verrà bloccata in virtù di “recenti eventi”, in riferimento alla nuova legge sulla sicurezza nazionale. Così, si procederà a rimuovere l’app dallo store “in pochi giorni”. La decisione dell’azienda si unisce al coro di varie piattaforme che si rifiutano di fornire i dati dei propri utenti al Governo cinese, una richiesta di Pechino giustificata con motivi di sicurezza nazionale. In tal modo, la nuova legge sulla sicurezza imposta dalla Cina avrebbe portato alla prima ritirata di un’azienda: la ByteDance con sede in Cina e proprietaria di TikTok. E questa decisione arriva mentre Facebook, Google e Twitter hanno sospeso le richieste del Governo di Hong Kong finalizzate ad avere informazioni sugli utenti, come previsto dalla nuova legge. Intanto, proprio a proposito della nuova legge, la Governatrice di Hong Kong Carrie Lam avverte i manifestanti pro-democrazia: è proibito violare la nuova legge sulla sicurezza nazionale nella città, approvata da Pechino la settimana scorsa. In caso contrario, le conseguenze saranno “molto gravi”.
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Poi ha sottolineato: Hong Kong “attuerà con vigore questa legge e chiedo a questi elementi radicali di non cercare di violare questa legge o superare la linea rossa, perché le conseguenze della violazione di questa legge sono molto serie”. Anche perché, a detta della governatrice, “questa legge sulla sicurezza nazionale è in realtà relativamente lieve rispetto a quelle di altri Paesi”. Una legge che però resta al centro delle polemiche, nonostante le rassicurazioni istituzionali. Polemiche che prendono piede anche a livello internazionale, dovute al rischio di drastica riduzione di autonomia di Hong Kong nei confronti della Cina. Secondo Lam, invece, la legge servirà a “ripristinare la stabilità e ad assicurare alla stragrande maggioranza delle persone di Hong Kong di poter esercitare i loro diritti e le loro libertà senza essere intimiditi o attaccati”.