Brigate Rosse, spunta un arsenale nel bosco: documenti e munizioni degli Anni Settanta

La scoperta è stata fatta nei boschi di Poggio Catino, nella Sabina in provincia di Rieti. Qui le Brigate Rosse avevano nascosto proiettili, volantini e divise. Trovate anche schede su politici e corpi dello Stato.

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Il bosco di Poggio Catino – meteoweek.com

Le Brigate Rosse ci sono ancora, e probabilmente continuano a nascondere le tracce della propria presenza. Anche se, in questo caso, il ritrovamento che è stato effettuato dalle forze dell’ordine risale a oltre 40 anni fa. Ci troviamo nel bosco di Poggio Catino, nel cuore della Sabina, in provincia di Rieti, dove gli uomini della polizia hanno fatto una incredibile scoperta. Qui sono stati trovati dei veri e propri frammenti della storia del terrorismo italiano. Tutto appartenente alle Brigate Rosse, che avrebbero nascosto ogni genere di traccia del proprio operato.

In primis sono stati scoperti volantini delle Brigate Rosse, ma anche documenti che servivano agli stessi brigatisti. Incarti che il passare del tempo, oltre all’umidità, hanno rovinato in maniera irrecuperabile. E poi sono stati trovati nel bosco munizioni e proiettili per pistole e mitragliatrici, oltre a indumenti militari e giubbotti antiproiettili. Ma anche targhe di automobili, timbri e altri reperti che non è stato difficile catalogare, in quanto il tempo li ha deteriorati in maniera definitiva. Anche se questo deposito contiene in ogni caso tracce di vera storia.

I documenti ancora leggibili si fermano al 1977, un anno importante per le Brigate Rosse, le quali stavano già preparando il sequestro di Aldo Moro. Tutti reperti, tra gli stessi documenti e le armi e le munizioni, che sono stati sepolti sotto al bosco del Rietino per quasi mezzo secolo. Tutto ciò è stato trovato dalla polizia, richiamata a Poggo Catino dopo una segnalazione. Le ricerche sono durate per oltre due giorni, ma alla fine è stato riportato alla luce materiale che sembrava ormai perso, scomparso nel nulla. E ora verrà passato al vaglio degli investigatori.

Alcune munizioni trovate nel deposito – meteoweek.com

Gli investigatori della Digos di Roma hanno trovato per primi due pozzetti rivestiti di eternit. Si trovavano in due radure, in mezzo alle querce, a una distanza di circa venti metri l’uno dall’altro. Nel primo era presente una busta di plastica che conteneva i documenti cartacei firmati con il simbolo delle Brigate Rosse, la stella a cinque punte chiusa in un cerchio. Buona parte di questa documentazione risulta illeggibile e attaccata, ma ora tutto passerà nelle mani della Polizia Scientifica per cercare di risalire al contenuto di questi fogli.

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Ma come detto, c’era anche un secondo contenitore interrato che è venuto a galla dalle ricerche della polizia. Qui erano presenti, in mezzo all’acqua che si è infiltrata nel pozzetto, diverse scatole contenenti centinaia di proiettili per armi lunghe. Le munizioni erano ormai ossidate e arrugginite. Con loro c’erano anche alcuni involucri sigillati con scotch da imballaggio. Questi sono stati passati agli artificieri, che ne hanno analizzato il contenuto, riconoscendo altre cartucce e proiettili per pistole e fucili.

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