Sei a casa in quarantena? L’Inps non ti aiuta: isolamento domiciliare non è malattia

L’Inps ha chiarito che in caso di nuovi lockdown che impediscano alle persone di svolgere la propria attività lavorativa, l’isolamento domiciliare non sarà equiparato alla malattia.

“In tutti i casi di ordinanze o provvedimenti di autorità amministrative che di fatto impediscano alle persone di svolgere la propria attività lavorativa non si procederà con il riconoscimento della tutela della quarantena con la malattia”. A chiarirlo è l’Inps, che pone una nuova stretta circa quanto stabilito nel decreto Cura Italia, varato dal Governo durante il lockdown. In quel decreto, la quarantena veniva equiparata alla malattia, tutelando in tal modo il lavoratore. Ma oggi l’Inps fa marcia indietro e chiarisce: la quarantena non è malattia.

In caso di isolamento domiciliare, dunque – anche a causa di nuovi lockdown per emergenza Covid – questo non sarà automaticamente equiparato allo status di malattia.
Se ad esempio un lavoratore che viene a contatto con soggetti positivi al Coronavirus, deve sottostare alla quarantena. Se questa quarantena è stabilita dall’autorità sanitaria, si ha tutela della malattia. Quando invece è un comune o una regione a decretare la quarantena, non si ha diritto al trattamento. Per quanto riguarda i lavoratori fragili, la quarantena non configura un’incapacità temporanea al lavoro. E di conseguenza, non è possibile ricorrere alla tutela previdenziale nei casi in cui il lavoratore sia bloccato in casa. E’ il caso, ad esempio, di un lavoratore che continua a svolgere, su accordi con il proprio datore di lavoro, l’attività lavorativa presso il proprio domicilio, pur da remoto e in modo alternativo rispetto alla presenza in ufficio. Il cosiddetto smart working. In caso di malattia conclamata, con il lavoratore temporaneamente incapace al lavoro, spiega ancora l’Inps, viene assicurato invece “il diritto ad accedere alla corrispondente prestazione previdenziale”.

Cosa accade se sei all’estero

Chi invece si trova in quarantena all’estero non può essere un problema previdenziale dell’Inps. L’Istituto infatti ha precisato che una quarantena fuori dall’Italia e per richiesta del Paese di destinazione esclude l’accesso alla tutela per malattia. E ancora, il lavoratore che è in cassa integrazione non può chiedere la tutela della malattia anche se dovesse essere ricoverato in ospedale. Esiste, ricorda l’Inps, una prevalenza del trattamento di integrazione salariale sull’indennità di malattia. Ricapitolando: la persona occupata è in quarantena può accedere alla copertura della malattia solo in determinati casi, cioè quando a stabilirlo è un medico o l’Asl. In altri casi, lo Stato passa la palla. Ma a chi?

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