Scuola, Speranza contro Azzolina: “Giusto chiudere le aree più allarmanti”

Continua il dibattito sulla scuola, secondo Speranza misure più severe servono per evitare interventi peggiori nei prossimi giorni.

Scuola, Speranza contro Azzolina: "Giusto chiudere le aree più allarmanti"
Roberto Speranza, ministro della Salute. Credit: Roberto Speranza Facebook

Non è bastata l’ira della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Dopo l’ordinanza della Campania con cui il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha chiuso le scuole fino al 30 ottobre, sono attese oggi – venerdì 16 ottobre – nuove misure restrittive contro il coronavirus anche per la Lombardia.

Il dibattito sulla scuola tra Governo e Regioni

Pochi giorni fa, durante la trasmissione diMartedì – su La7 – Azzolina aveva difeso l’andamento della crisi sanitaria nella scuole, illustrando i dati del contagio negli istituti. Secondo la ministra al momento la scuola è il luogo più sicuro per i ragazzi, visto che devono rispettare regole molto precise per evitare la diffusione del coronavirus. Per questo, alla richiesta di alcuni governatori regionali di riprendere la didattica a distanza, ha risposto negativamente.

Eppure sono passati solamente due giorni prima che De Luca prendesse la decisione di chiudere gli istituti della sua Regione per due settimane, ignorando il parere di Azzolina. E nel farlo, ha diffuso i dati dei contagi nelle scuole campane: sono risultati 120 i contagi tra alunni e docenti nella Asl Napoli 1, 110 nella Asl Napoli 2, 250 nella Asl Napoli 3 e 61 nella Asl Caserta. Per un totale di 541 casi.

Scuola, Speranza contro Azzolina: "Giusto chiudere le aree più allarmanti"
Dati del contagio nelle scuole della Campania. Credit: sito Regione Campania

L’ordinanza della Regione Campania

Non solo, il governatore della Campania ha firmato un’ordinanza con il doppio obiettivo di limitare al massimo le circostanze di assembramenti pericolosi in ogni ambito, privato e pubblico, da una parte. E dall’altra di ridurre al massimo la mobilità difficilmente controllabile.

Oltre a sospendere la didattica in presenza dalle scuole dell’infanzia all’università, De Luca ha vietato le feste, anche conseguenti a cerimonie, civili o religiose, in luoghi pubblici, aperti pubblico e privati, al chiuso o all’aperto, con invitati estranei al nucleo familiare convivente. Ha sospeso le attività di circoli ludici e ricreativi, ha raccomandato di differenziare gli orari di servizio giornalieri del personale degli Enti e Uffici competenti, ha vietato ai ristoranti la vendita d’asporto dalle ore 21.

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Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania. Credit: Vincenzo De Luca Facebook

L’intervento di Speranza

A sostenere le decisioni del presidente della Regione Campania, mettendosi contro Azzolina, è il ministro della Salute Roberto Speranza. Stando a quanto ricostruito da Repubblica, Speranza ha passato l’intera giornata di ieri – giovedì 15 ottobre – al telefono con i governatori delle regioni chiedendo di chiudere subito le aree con gli indici di contagio più allarmanti. Come anticipato dal governo a più riprese, infatti, durante questa seconda ondata di coronavirus le decisioni spettano alle amministrazioni locali. Ciononostante il ministro della Salute, dal canto suo, caldeggia una linea più dura con provvedimenti più stringenti.

Le ipotesi del Governo

Il motivo è che, secondo Speranza, attivando misure più severe ora non saranno necessari interventi peggiori nei prossimi giorni. D’altronde i numeri si stanno facendo sempre più allarmanti: a Milano e Napoli l’indice di contagiosità (Rt) basato sui ricoveri ha toccato quota 2. E vanno verso questo stesso dato preoccupante anche la Toscana, la Liguria, l’Abruzzo, l’Emilia Romagna, la Puglia, la Sardegna, la Valle d’Aosta e l’Umbria.

L’idea di Speranza e del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia è quella di avviare la didattica a distanza per le scuole superiori mantenendo le elementari in presenza su tutto il territorio nazionale. Un’altra strategia che le Regioni potrebbero adottare sono i doppi turni, con un orario mattutino e uno pomeridiano, e gli ingressi scaglionati degli studenti. Oltre alla scuola, infine, il governo starebbe valutando la sospensione delle attività non essenziali, come le palestre, le manifestazioni e gli eventi pubblici.

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