Chi sono i 56 eroi del Coronavirus premiati da Sergio Mattarella

Medici, infermieri, farmacisti, cassieri, studenti, impiegati. Sono loro gli “eroi del Coronavirus”, premiati da Sergio Mattarella per essersi distinti nel servizio alla comunità durante l’emergenza pandemica.

Si è svolta ieri al Quirinale la cerimonia di consegna delle onorificenze di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana – OMRI – conferite dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ad un gruppo di cittadini che si sono particolarmente distinti nel servizio alla comunità durante l’emergenza del Coronavirus. Sono stati 56 i cittadini premiati: medici, infermieri, farmacisti, cassieri, studenti, impiegati. Professionisti di settori diversi che si sono distinti per il loro impegno tanto da meritarsi un riconoscimento così alto. Riconoscimento, ha spiegato Mattarella, che vuole simbolicamente rappresentare l’“impegno corale dei concittadini nel nome della solidarietà e dei valori costituzionali”. La cerimonia, condotta da Mia Ceran, è stata aperta dalla proiezione di un filmato realizzato da Rai Cultura e dall’intervento del Presidente Mattarella che ha invitato, tra le altre cose, le istituzioni a collaborare.

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“Provenite dagli ambienti più diversi: dagli ospedali, dai servizi di assistenza, dalla ricerca nei laboratori, dalle farmacie, dalla scuola, dalle forze dell’ordine, dai supermercati, dai trasporti, dalle aziende, dalla ristorazione, dal volontariato, dalla disabilità”, ha detto Sergio Mattarella. Il riconoscimento, è appunto per la cura dei malati fornita dalle persone considerate; per il sostegno e il conforto dato durante la fase più acuta dell’emergenza. “Vi siete impegnati per assicurare che il nostro Paese, durante il blocco totale delle attività, non rimanesse paralizzato assicurando i servizi sanitari, i trasporti e i collegamenti”, ha detto il Presidente senza dimenticare gli altri tanti italiani che hanno fatto lo stesso. “Voi qui li rappresentate tutti, siete espressivi di questa grande realtà del nostro popolo, donne e uomini d’Italia che hanno operato in quei giorni con senso del dovere andando al di là dei propri compiti. Per questo vi esprimo la riconoscenza della Repubblica”, ha concluso.

Chi sono “gli eroi”

Ma chi sono gli “eroi del Coronavirus”? Elena Pagliarini, l’infermiera di Cremona protagonista dello scatto simbolo dei giorni più bui della pandemia che la ritrae addormentata sulla scrivania con ancora addosso camice e mascherina. C’è poi Alessandro Bellantoni, il tassista che ha trasportato gratis per 1.300 km una bambina che aveva bisogno di fare un controllo oncologico; ma anche il rider che ha comprato mascherine per donarle a quegli insegnanti che malati hanno continuato a fare video lezioni per gli studenti. Ci sono poi Annalisa Malara e Laura Ricevuti, rispettivamente anestesista di Lodi e medico del reparto medicina di Codogno. Sono loro le prime ad aver curato il paziente 1 italiano, Mattia Maestri.

C’è poi Maurizio Cecconi, professore di anestesia e cure intensive all’Università Humanitas di Milano, definito da Jama (il giornale dei medici americani) uno dei tre eroi mondiali della pandemia. E ancora Mariateresa Gallea, Paolo Simonato, Luca Sostini, i tre medici di famiglia di Padova recatisi in piena zona rossa. Ci sono anche Don Fabio Stevenazzi, Fabiano Di Marco, Monica Bettoni: medici tornati a fare il loro ex lavoro. E ancora Elena Pagliarini, infermiera di Cremona ritratta nella foto diventata simbolo dell’emergenza coronavirus; Marina Vanzetta, operatrice del 118; Giovanni Moresi, autista soccorritore di Piacenza Soccorso 118.

Un lungo elenco

E ancora il Team dell’Istituto Spallanzani di Roma; il Team di ricerca dell’ospedale Sacco e dell’Università degli studi di Milano; il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Altavilla Milicia che ha devoluto in beneficenza l’intero stipendio mensile; Bruno Crostato, in rappresentanza degli Alpini della Protezione civile del Veneto che hanno ripristinato in tempi record 5 ospedali dismessi della regione. C’è poi Mata Maxime Esuite Mbandà, volontario sulle ambulanze per l’Associazione Seirs Croce Gialla di Parma. E ancora volontari della croce rossa, medici, farmacisti, cassiere, docenti, infermieri, imprenditori. Hanno avuto posto anche coloro che hanno lanciato campagne di raccolte fondi. Coloro che si sono distinti per un leggero gesto di solidarietà. C’è anche Riccardo Tiritiello, studente dell’istituto Paolo Frisi di Milano che con il padre e il nonno hanno cucinato gratuitamente per i medici e gli infermieri dell’ospedale Sacco. Insomma, lavoratori di ogni settore. Coloro che, durante questi mesi di emergenza, ci hanno fatto sentire meno soli.

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