Ospedali sotto pressione in Lombardia: la situazione a Milano e dintorni

La situazione negli ospedali è sempre più in affanno. Riaprono i reparti Covid sia a Brescia che a Bergamo. Il timore è chiaro: Milano può dare il via alla seconda ondata.

ospedali lombardia
L’ospedale di Codogno, dove tutto ha avuto inizio – meteoweek.com

La Lombardia torna a tremare, di fronte all’eventualità di una seconda massiccia ondata di Covid-. Una situazione fin troppo evidente, visto che la regione torna a essere quella con il maggior numero di casi in tutta Italia. Ben 2.023 in più nella sola giornata di ieri, a fronte comunque di quasi 22mila tamponi eseguiti. In ogni caso, in Lombardia la situazione è critica, considerando che nei bollettini di sabato e domenica si sono sfiorati, in entrambi i casi, i 3mila nuovi contagi. Ma a preoccupare ancor di più è la situazione degli ospedali, sempre più affollati.

Giorno dopo giorno, bollettino dopo bollettino, gli ospedali della Lombardia trovano la presenza di almeno cento persone in più. Nello specifico, sono stati 132 in più nella sola giornata di ieri. Così torna l’incubo già vissuto quasi otto mesi fa, quando tutto è cominciato dopo il “caso zero” riscontrato a Codogno. Per questo motivo le strutture ospedaliere della regione stanno provando a correre ai ripari, in modo da non farsi cogliere impreparate. In particolare si trema per la situazione di Milano, città in cui i primi nodi sono venuti al pettine.

La grande differenza rispetto all’ondata primaverile consiste proprio in questo. Se allora erano proprio gli ospedali del capoluogo a dare asilo agli ammalati che venivano da fuori, ora sono città come Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona a offrire posti letto a chi arriva da Milano. Tuttavia, ci sono ospedali in cui per il momento non si soffre più così tanto. Come nel caso del “Sacco”, uno dei punti nevralgici nella lotta al Covid durante la scorsa primavera. Qui non c’è ancora la pressione tanto temuta, anche se il nuovo reparto di Rianimazione è già pieno.

A marzo la gente era costretta a stazionare in corridoio – meteoweek.com

In ogni caso, come detto, ci sono altre realtà in cui i reparti sono già pieni. Come nel caso della provincia di Monza e Brianza, dove i letti in terapia intensiva sono già stati occupati da diversi giorni. Per questo motivo, molti pazienti sono stati trasferiti altrove, come negli ospedali di Desio e di Vimercate, quest’ultimo nosocomio per i casi meno gravi. Anche l’Ospedale Maggiore di Cremona, un altro punto nevralgico nella lotta alla prima ondata di Covid, ha riaperto le porte ai pazienti positivi. E il timore è che l’ondata possa riguarda anche Codogno, la cittadina in cui tutto ha avuto inizio.

Leggi anche -> Covid in Gran Bretagna, 21.331 nuovi casi. Massima allerta a Manchester

Leggi anche -> Covid, il Trentino-Alto Adige annuncia: stop ai mercatini di Natale

Nel frattempo riaprono anche alcuni reparti dedicati ai pazienti positivi al Covid, che in un primo momento avevano avuto un po’ di tregua. Settori di alcuni ospedali della Lombardia in cui c’è stata calma piatta per diverse settimane, dopo la spaventosa pressione che si è vissuta durante la primavera. È il caso dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, uno di quelli messi in maggiore difficoltà durante le prime settimane di pandemia. Qui ci sono circa 50 casi, ma nessuno di questi è foriero di preoccupazione tra lo staff sanitario.

Clicca qui e poi premi la stellina (Segui) per ricevere tantissime novità gratis da MeteoWeek

A Brescia, invece, i pazienti con Covid sono circa ottanta, tutti suddivisi tra i reparti di Malattie infettive e Pneumologia. La sensazione è che anche in questo caso non ci siano ancora motivi per preoccuparsi, ma il pericolo è sempre dietro l’angolo. Anche perchè la regione continua ad aggravare la propria posizione, con almeno cento nuovi ricoveri ogni giorno. La nuova sfida della Lombardia va dunque combattuta con le migliori armi a disposizione. E il reclutamento dello staff medico, come sta avvenendo per l’ospedale in Fiera a Milano, diventa fondamentale.

Impostazioni privacy