I tamponi partiti da Aviano verso gli Stati Uniti al centro di un’inchiesta

Il 13 marzo un aereo partì dalla base militare di Aviano. Il velivolo conteneva ben mezzo milione di tamponi contro il Covid-19. La Procura Generale di Brescia ipotizza reati come l’omicidio e l’epidemia colposi e l’eventuale interessamento del Tribunale dei Ministri.

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Dalla base militare di Aviano è partito un cargo verso l’America – meteoweek.com

Il caso dei tamponi che hanno effettuato il tragitto dall’Italia agli Stati Uniti torna a tenere banco. Sono passati quasi nove mesi dal 13 marzo, giorno in cui un velivolo è partito dalla base militare di Aviano per raggiungere gli States. Qui è stato possibile per il Governo americano ottenere circa mezzo milione di test per valutare la positività dei propri concittadini al Covid-19. In un primo momento il caso era stato assegnato ai magistrati della Procura generale di Cremona, ma non ci sono stati movimenti particolari nel corso delle indagini.

Così è avvenuto un passaggio fondamentale, ovvero quello del caso del velivolo approdato negli States tra le mani dei magistrati della Procura generale di Brescia. Il caso è stato dunque avocato ed è ripartita l’inchiesta sulla mancata requisizione di mezzo milioni di tamponi finiti negli Usa. Un trasferimento a dir poco sospetto, avvenuto nel bel mezzo della pandemia e nei giorni in cui avveniva nel nostro Paese il primo picco di contagi. E in questa inchiesta potrebbero finire anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro della salute Roberto Speranza.

Il ministro Speranza rischia di ricevere capi di imputazione gravi – meteoweek.com

La mossa delle ultime ore è stata effettuata dal procuratore generale Guido Rispoli e il pm Rita Anna Emilia Caccamo. Questi sostengono che i colleghi della procura di Cremona abbiano valutato in modo errato, ritenendolo privo di notizie di reato, un esposto in cui si denunciava la mancata requisizione del velivolo. Il tutto mentre nel nostro Paese vigeva lo stato di emergenza deliberato dal Governo. I tamponi in questione erano stati prodotti dall’azienda bresciana Copan Diagnostics, ma non sono stati utilizzati in Italia, visto che l’aereo militare li ha portati ad Aviano.

L’atto di avocazione di questa inchiesta è stato anticipato durante la trasmissione “Fuori dal coro”. I magistrati della procura di Brescia ipotizzano alcuni reati, i più gravi sono omicidio colposo e lesioni colpose, abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Inoltre i giudici bresciani sostengono che “il regolamento di esecuzione della UE vincolava per sei settimane l’asportazione di dispositivi di protezione individuale all’autorizzazione (preventiva) delle autorità competente dello Stato membro in cui l’esportatore è stabilito”.

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A rischio anche la posizione di Arcuri – meteoweek.com

Per questo motivo sono emersi i nomi delle autorità che dovevano assumersi le proprie responsabilità. In particolare doveva spettare al Capo del Dipartimento di Protezione Civile “il potere di disporre la requisizione di presidi sanitari”. Ma ci sono delle chiare responsabilità per Domenico Arcuri, che in quei giorni era stato nominato Commissario Straordinario per l’emergenza Covid in Italia. In ogni caso, qualora le indagini dovessero proseguire emergerebbero responsabilità tali da attivare il Tribunale dei Ministri. E dalla Procura di Cremona arriva l’inevitabile ricorso contro l’avocazione del caso.

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