Ginecologo ucciso a Milano, tramonta ipotesi rapina: forse un agguato. Può essere che avesse un appuntamento col suo killer 
La morte del ginecologo Stefano Ansaldi si tinge di giallo. Perde potenza l’idea che il 65enne sia stato ucciso in una rapina, per far posto all’ipotesi di un agguato. L’uomo, morto sabato a Milano intorno alle 18:15 in via Macchi, forse aveva un appuntamento col suo killer. Addirittura forse più di una persona. Non vi sono certezze al momento. Ansaldi viveva a Napoli ma la sua famiglia sapeva della sua trasferta a Milano. Aveva acquistato un biglietto di andata e ritorno in giornata e sarebbe dovuto arrivare nel primo pomeriggio e poi tornare con un Intercity verso le 21:10. Dato che aveva poco tempo a disposizione, è possibile che avesse un appuntamento nei pressi della stazione.
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L’uomo è morto alle 18:15, trovato sgozzato sul marciapiede. Una rapina c’è comunque stata dato che lo hanno derubato di portafogli e cellulare. Tuttavia, c’è un particolare che suona un po’ strano: il suo Rolex, insaguinato, era a terra, il che rappresenta una insolita dimenticanza da parte di una persona pronta anche a commettere un delitto pur di portare a casa il bottino. E se il cellulare gli fosse stato preso perché c’era il numero del suo assassino e il portafogli per far tardare l’identificazione dell’uomo?
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Dalle testimonianze si è parlato di due aggressori nordafricani: può essere si sia fatta confusione con un episodio occorso poco dopo il delitto, non lontano da lì, in via Settembrini. Lì il pensionato Anacleto Giriolo, 72 anni, ha subìto un’aggressione da due rapinatori che dopo averlo fatto cadere, gli hanno rubato portafogli e telefono. Secondo i carabinieri è piuttosto improbabile che qualcuno uccida un passante in un modo così bestiale e poco dopo faccia un’altra rapina.
