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Le fibrillazioni di Palazzo aumentano, si avvicina il confronto del Consiglio dei ministri sull’ultima bozza del Recovery e – con esso – anche il rischio di uno scoppiare della crisi a seguito del voto. Intanto il Pd richiama Italia viva e Italia viva scalpita ribadendo: al momento bisogna pensare al Recovery, dopo si farà ciò che andrà fatto. Sì, ma cosa?Italia viva, Mattarella e Conte ter
In quel caso, nel caso in cui le ministre di Italia viva dovessero dare le dimissioni, si aprirebbe uno scenario dai contorni indefiniti. Una delle ipotesi apparse fino a questo momento riguarda la creazione di un Conte ter, con Nunzia Catalfo, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede fuori dalla squadra di governo. Una richiesta che però il M5s non vuole assolutamente concedere (soprattutto per quanto riguarda il Guardasigilli). Un’ipotesi che, tra l’altro, ora dovrà fare i conti con quanto manifestato da Palazzo Chigi: se Iv dovesse ritirare le ministre, non potrebbe far parte di un nuovo Conte ter. Dall’altro canto, Italia viva sta facendo sapere – stando a quanto riportato dal Corriere – di non essere affatto allettata dall’ipotesi Conte ter. A dimostrarlo, anche le richieste presentate da Italia viva, che vengono recepite dalle forze di maggioranza come irricevibili. A confermare, anche le parole di Goffredo Bettini che, dal fianco di Conte, commenta: “Mi pare che quello che punta i piedi è Renzi, che dice di essere disponibile, di voler entrare nel merito, poi, quando si entra nel merito e si parla di una possibile riorganizzazione, ho la sensazione che non abbia le idee chiare lui”.
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Insomma, da tutto ciò sembra emergere un’ipotesi: Italia viva effettivamente non vuole le poltrone (che pure le sono state proposte); e non vuole neanche il Recovery. Vuole il Mes, vuole la revisione del reddito di cittadinanza e, ancor di più, vuole tagliare fuori chi non reputa idoneo a questa discussione: Giuseppe Conte (e Movimento 5 stelle allegato). Il punto è che lo dice e non lo dice, mentre il resto della maggioranza si affanna a proteggere tiepidamente il premier, e poi a cedere su punti che Italia viva puntualmente by-passa, spostando l’asticella più in là. Dall’altro lato Conte non si fida, e lo scostamento di bilancio slitta nel cuore della settimana. I 24 miliardi di debito sono indispensabili per finanziare l’ultimo decreto Ristori e per finanziarli è necessario che il governo resti compatto. Un modo per guadagnare ancora tempo, mentre tutti si affannano a trovare soluzioni senza conoscere il vero problema, perché nessuno si prende la briga di pronunciarlo apertamente.
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