I numeri della crisi economica
Dall’altro lato c’è la crisi economica. E se con l’emergenza coronavirus va un po’ meglio, la crisi economica non sembra destinata ad acquietarsi. La soglia che fa paura, e che il governo rinvia di volta in volta, è quella della sospensione del blocco dei licenziamenti. Secondo l’osservatorio Inps, la differenza tra i contratti dell’ottobre 2020 rispetto ai contratti del settore privato esistenti a ottobre 2019 è meno 662mila. Il crollo avviene nuovamente dopo la lieve ripresa dell’estate. Crollano soprattutto i contratti a tempo determinato, che sono stati lasciati scadere senza rinnovo.
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Preoccupano poi i dati della cassa integrazione: tra ore di cassa integrazione e fondi di solidarietà, l’Inps ha autorizzato circa 4,3 miliardi di ore. Un numero di quattro volte superiore rispetto alle ore autorizzate negli anni peggiori della crisi. A crollare sono soprattutto i contratti a termine (-453.577) e gli altri contratti a tempo come quelli stagionali (-113.264). Tutto questo però è avvenuto a fronte di misure per tamponare l’emergenza economica: l’Inps segnala che sulla base delle disposizioni del governo, tra marzo e oggi l’Istituto ha erogato 33,5 miliardi di euro a supporto di attività economiche e famiglie. I beneficiari in totale sono stati 15 milioni. Eppure, sembra che ancora molto debba esser fatto. Il terrore resta sempre lo stesso: lo sblocco dei licenziamenti, che prima o poi dovrà avvenire, si spera in maniera graduale, il più possibile indolore, e con gli aiuti adeguati.