Processo Salvini, l’assoluzione gli regala un motivo per attaccare la giustizia

Matteo Salvini è stato assolto al processo che lo vedeva sotto accusa per vilipendio. L’assoluzione gli ha offerto un assist per attaccare la giustizia e l’intero sistema della Magistratura.

“La magistratura è un cancro da estirpare”. Quando Matteo Salvini pronunciava questa frase, ed altre simili, era il 2016. A Collegno, durante il congresso piemontese della Lega, il leader del Carroccio si era lasciato andare ad espressioni infelici, associando la magistratura ad epiteti poco rosei, come “schifezza” o “cancro”. Epiteti che gli sono costati un’accusa di vilipendio all’ordine giudiziario , a cui ha risposto durante un processo che lo ha visto protagonista. Ma, ieri, Matteo Salvini è stato ritenuto “non punibile per la particolare tenuità del fatto”.

Leggi anche: Nuovo progetto europeo dei sovranisti: Salvini, Orban, Morawiecki in un unico partito

Si è così chiuso, con questa sentenza, il processo a suo carico. Il pm Emilio Gatti aveva chiesto la condanna al pagamento di 3mila euro di multa ma secondo il Giudice Roberto Ruscello – che ha confermato le aspettative di molti – il fatto in sostanza non può essere ritenuto così grave. Per Gatti, invece, trattasi di “frasi di evidente natura oltraggiosa”,  ricordando che “una cosa è la critica, un’altra sono le contumelie, le ingiurie, il dileggio, gli accostamenti volgari e ripugnanti“. La difesa, nelle vesti dell’avvocato Eccher, ha invece ricordato che le parole usate da Salvini “hanno perso da tempo la loro carica offensiva“. Inoltre, quello di Salvini non era un comizio pubblico ma un discorso interno al partito.

Leggi anche: Arcuri e vaccini, ora Matteo Salvini detta l’agenda del Governo Draghi 

In sostanza, secondo la difesa, Matteo Salvini stava spiegando ai suoi di non affidarsi a notizie giornalistiche di cronaca giudiziaria. “Il linguaggio era quello di chi si rivolge ai militanti: chiaro, diretto, animato da frasi prese dalla quotidianità. E’ il prodotto del cambio di paradigma nella comunicazione politica degli ultimi decenni. E non può essere censurato da un tribunale”, ha detto Eccher. In pratica, c’è bisogno di contestualizzare.

“Basta al sistema Palamara” 

Fresca di vittoria, il legale definito la sentenza giusta, che “ripristina lo Stato di diritto”. Sta di fatto, che l’assoluzione ha offerto a Matteo Salvini una ragione in più per tornare sul tema della Giustizia italiana. “La Giustizia italiana va profondamente riformata, il ‘sistema Palamara va smontato per il bene dei cittadini e dei tanti magistrati davvero liberi e indipendenti”, ha commentato il leader della Lega. Il tema della riforma della giustizia sembra mettere d’accordo il partito di Matteo Salvini e il Partito radicale. Entrambi, starebbero discutendo di una campagna referendaria sulla giustizia, come ha annunciato Maurizio Turco, segretario del Partito radicale.

 “Abbiamo chiesto alle Lega e non abbiamo trovato la porta chiusa, e dobbiamo fare in modo che non si chiuda. Ci sono altri che possono garantire la riuscita di una campagna referendaria? Il Pd, I Cinque Stelle? Io non vedo altri”, ha spiegato Turco. Sull’ipotesi si è espresso giorni fa anche Matteo Salvini: “Non sarà questo, ovviamente, il governo che affronta in grande stile i problemi della giustizia italiana, perché è troppo disomogeneo; ma il prossimo governo, quello che verrà eletto liberamente e in presenza dal popolo italiano, avrà come primo punto all’ordine del giorno una grande, compiuta, sistematica riforma della giustizia. 

 

 

Impostazioni privacy