“Le Regioni trascurano gli anziani per dare priorità ad altri”: il duro attacco di Mario Draghi

Duro attacco alle Regioni di Mario Draghi. Parlando all’aula del Senato questa mattina per le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani, il Presidente del Consiglio non ha nascosto qualche malumore circa la gestione dei vaccini e dell’epidemia portata avanti fino ad oggi.

”Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”. Parole durissime e secche sono arrivate questa mattina da Mario Draghi.  Parlando all’aula del Senato questa mattina per le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani, il Presidente del Consiglio ha parlato dell’attuale situazione Coronavirus; ma anche di politica industriale, mercato unico, rapporti con l’Europa, digitalizzazione, rapporti con la Russia. Draghi ha spiegato di essere a lavoro per “colmare i ritardi di questi mesi“ e le sue parole sono apparse come un attacco alle Regioni prima e al Governo Conte poi.

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Già qualche giorno fa, era arrivato il pressing di Draghi alle Regioni. Accelerare con la campagna vaccinale è stata fin da subito la prima mission del Premier. Arrivato a Palazzo Chigi dopo Giuseppe Conte, l’ex della Bce ha cambiato i vertici del Cts, sostituito Domenico Arcuri, chiamato all’ordine tutte le forze disponibili per poter procedere. Ha anche spinto sulle consegne delle dosi. Ha dovuto far fronte, soprattutto, alle differenze, ai problemi, agli intoppi del sistema ereditati dagli scorsi mesi. Che qualcosa, fino ad adesso, non abbia funzionato è evidente ed anche lo stesso Draghi sembra averlo ben presente.

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Gli errori delle Regioni

La gestione dell’epidemia e delle campagne vaccinale da parte delle Regioni, durante questi mesi, sembra aver seguito la linea della discontinuità. In vista del prossimo Consiglio Ue, Draghi punta ad un coordinamento nazionale ed europeo e ha spinto su Spagna, Germania e Francia per chiedere alla Commissione di far rispettare i contratti alle case farmaceutiche. L’obiettivo è uniformare il piano vaccinale e collaborare, così da evitare incongruenze e differenze di trattamento. Una coordinazione che, però, ancora non si trova e le Regioni agiscono in modo differente, causando problemi di gestione.

Per i Governatori, però, il problema è la mancanza delle dosi. Giovanni Toti, governatore della Liguria, così come il Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, seguiti dal Governatore del Veneto Luca Zaia, hanno rimandato le accuse puntando il dito sui ritardi nelle consegne. Sta di fatto, che la mancanza di coordinazione e uniformità delle regioni non ha aiutato e Mario Draghi sembra averlo ben presente.

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