13enne denudato e costretto a fare flessioni in caserma: si indaga su poliziotti

Un ragazzino di tredici anni sarebbe stato denudato e perquisito il 14 febbraio scorso dai poliziotti nella caserma di Sulmona (AQ)

Polizia-Meteoweek.com

«Siamo un’amministrazione trasparente, tutto è stato fatto nel rispetto delle procedure e con serenità attendiamo l’esito delle indagini che altrettanto serenamente la magistratura sta portando avanti per fare chiarezza su questa vicenda». Così il questore aquilano Gennaro Capoluongo in merito all’inchiesta su un ragazzino 13enne denudato e perquisito in caserma lo scorso mese da poliziotti di via Sallustio a Sulmona. Secondo quanto denunciato dalla madre, lo avrebbero sottoposto a umiliazione e violato la sua intimità.

Sul caso è in corso un’inchiesta mentre la senatrice Stefania Pezzopane (Pd) ha presentato un’interrogazione al governo in cui chiede:«se sia a conoscenza dei fatti e quali iniziative intenda adottare, anche in considerazione della giovanissima età del minore, per accertare lo svolgimento dei fatti e scongiurare anche in futuro il possibile verificarsi di episodi di abuso di autorità, in particolare modo nei confronti di soggetti minori di età».

Sono quattro gli agenti coinvolti e che, secondo quanto denunciato dalla madre del 13enne, lo avrebbero fatto spogliare, ordinandogli di fare delle flessioni per controllare se avesse della droga e dalla perquisizione non è stato trovato nulla. Il ragazzo era stato condotto in caserma con un suo coetaneo dopo un fermo in piazza Garibaldi mentre si trovava con altri ragazzi. Con lui c’erano il fratello maggiore e il legale della famiglia che però asserisce di non essere stato presente alla perquisizione poiché era in un’altra stanza.

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Il 13enne sarebbe entrato nel luogo in cui è avvenuta la perquisizione assieme al fratello. Questo accadeva il 14 febbraio. Il 25 febbraio, la madre, ha deciso di fare una denuncia. Il questore Capoluongo afferma:«Abbiamo rispettato e garantito i diritti del ragazzo e d’altronde c’era anche il suo avvocato presente a garanzia proprio della correttezza della procedura».

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La famiglia però non ne è certa e ritiene che la perquisizione dovesse essere eseguita da un medico, dato la forte difficoltà del giovanissimo a spogliarsi in pubblico, e che tuttavia i sospetti di detenzione di droga fossero infondati. Intanto è partita l’inchiesta della procura di Sulmona e con molta probabilità nei prossimi giorni il ragazzo sarà ascoltato tramite incidente probatorio per cristallizzare le prove.

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