“La morte di Viviana e Gioele? Una messinscena di un criminale”, dicono i legali

Secondo i legali della famiglia Mondello, la morte di Viviana Parisi e del piccolo Gioele sarebbe soltanto un’abile messinscena organizzata da una “combinazione criminale”.

E’ ancora avvolta nel mistero la morte di Viviana Parisi. La donna, scomparsa a Caronia lo scorso 3 agosto e ritrovata cadavere qualche giorno dopo, non c’è più e questa è stata, dal momento del suo ritrovamento, l’unica certezza di una triste e misteriosa vicenda che vede coinvolta non soltanto la donna, ma anche suo figlio, il piccolo Gioele Mondello, che era con sé al momento della scomparsa. O meglio, era con sé quando Viviana è uscita di casa, quella mattina, riferendo al marito di volersi recare al centro commerciale per acquistare un paio di scarpe al bambino. Ma in quel centro commerciale non è proprio mai arrivata, ed anzi, una volta salita in auto, la donna ha imboccato tutt’altra strada, uscendo al casello autostradale e rientrandoci venti minuti dopo, senza pagare il pedaggio. E cominciano a questo punto i primi interrogativi: dove stava andando Viviana? Perché ha mentito? Scappava da qualcuno? E cosa ha fatto in quei venti minuti? Interrogativi a cui oggi, nonostante i mesi siano passati, non è stata ancora data una risposta.

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Il marito di Viviana non ha mai creduto alla tesi, sposata invece dagli inquirenti, di un omicidio suicidio. Secondo questa versione, la donna avrebbe prima ucciso il piccolo; poi, lo avrebbe lanciato dall’alto o si sarebbe buttata con lui. Dopo di che, gli animali avrebbero sbranato a morsi i cadaveri. Per questo, già diverso tempo fa, il marito ha lanciato una petizione online di raccolta firme per scongiurare l’archiviazione del caso: “Cerchiamo verità sulla morte. Vogliamo giustizia, no alla tesi omicidio-suicidio. Sarebbe come ucciderli una seconda volta”. La tesi dell’omicidio-suicidio è stata fin da subito respinta dai familiari, così come anche dal criminologo Carmelo Lavorino, al lavoro insieme a un team di esperti per far luce su quanto avvenuto ad agosto nei boschi di Caronia.

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Nella nota diffusa dagli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, che rappresentano il papà e la mamma della dj scomparsa, si rendeva noto come “gli accertamenti sui poveri resti della mamma e, soprattutto del bambino, rinvenuti dopo giorni dalla scomparsa, non consentono di giungere a risultati apprezzabili in termini di certezza”. Per tale ragione la famiglia ancora “respinge con forza l’ipotesi che si sia trattato di un caso di omicidio-suicidio, legato alle condizioni psichiche della donna”. 

La tesi dei periti

Oggi, si esprimono anche gli esperti chiamati dalla famiglia Mondello per analizzare il caso, secondo cui “non è dimostrata alcuna uccisione del piccolo Gioele da parte di Viviana, nessun suicidio e/o lancio dal famoso traliccio di Viviana”. Si tratterebbe, in realtà, di un’abile messinscena organizzata da una “combinazione criminale motivata e coinvolta’ tramite la traslazione dei cadaveri in zone sensibili proprio per inscenare il suicidio o la disgrazia ed allontanare da sé ogni responsabilità”. Questa, la versione dei periti della famiglia, secondo cui Viviana e Gioele sarebbero precipitati contemporaneamente all’interno di un invaso con circa 50 centimetri d’acqua sul fondo. La donna si è per questo fratturata diverse parti del corpo tra cui due vertebre perdendo coscienza e sensibilità, morendo poi per asfissia. Il bambino avrebbe avuto un forte trauma cranico ma sarebbe poi morto anche lui per asfissia. I corpo sarebbero stati estratti dal pozzo da un ignoto e abbandonati nel bosco in cui sono stati poi ritrovati.

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