Udienza generale, Papa: «I nemici peggiori della preghiera sono dentro di noi»

Udienza generale, Papa: «I nemici peggiori della preghiera sono dentro di noi». Ecco che cosa ha detto

Papa Francesco-Meteoweek.com

«Pregare non è una cosa facile», ha detto il Papa nel corso dell’udienza generale. «La preghiera cristiana, come tutta la vita cristiana, non è una ‘passeggiata’. Nessuno dei grandi oranti che incontriamo nella Bibbia e nella storia della Chiesa ha avuto una preghiera ’comoda’. Essa certamente dona una grande pace, ma attraverso un combattimento interiore, a volte duro, che può accompagnare periodi anche lunghi della vita».

«Ogni volta che vogliamo farlo», spiega Bergoglio, «subito ci vengono in mente tante altre attività, che in quel momento appaiono più importanti e più urgenti. Quasi sempre, dopo aver rimandato la preghiera, ci accorgiamo che quelle cose non erano affatto essenziali, e che magari abbiamo sprecato del tempo. Il Nemico ci inganna così. Tutti gli uomini e le donne di Dio riferiscono non solamente la gioia della preghiera, ma anche il fastidio e la fatica che essa può procurare: in qualche momento è una dura lotta tenere fede ai tempi e ai modi della preghiera».

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Il Pontefice spiega che «chi vuole pregare deve ricordarsi che la fede non è facile, e qualche volta procede in un’oscurità quasi totale, senza punti di riferimento. Il Catechismo elenca una lunga serie di nemici della preghiera . Qualcuno dubita che essa possa raggiungere veramente l’Onnipotente: perché Dio sta in silenzio? Davanti all’inafferrabilità del divino, altri sospettano che la preghiera sia una mera operazione psicologica; qualcosa che magari è utile, ma non vera né necessaria: si potrebbe addirittura essere praticanti senza essere credenti. I nemici peggiori della preghiera sono però dentro di noi».

«Cosa fare nel tempo della tentazione», prosegue Francesco, «quando tutto sembra vacillare? Non si tratta di teorie elaborate a tavolino, quanto di consigli nati dall’esperienza, che mostrano l’importanza di resistere e di perseverare nella preghiera». Parlando di perseveranza nella preghiera, Francesco racconta un fatto avvenuto in Argentina: la figlia di una coppia si era ammalata e non so sapeva cosa avesse. Il dottore disse ai genitori che la bambina non avrebbe passato la notte. Il padre, racconta il Papa, «forse non andava a messa tutte le domeniche aveva una grande fede. Fece tanti chilometri verso la Madonna di Luján, patrona dell’Argentina e quando arrivò la chiesa era chiusa e così lui si aggrappò alle grate della Basilica, pregando la Madonna, combattendo tutta la notte .

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Alle sei del mattino la chiesa di apri’ e lui entrò a salutare la Madonna. Al ritorno trova la moglie sorridente perché la bimba era guarita. Quell’uomo lottando con la preghiera ha avuto la grazia della guarigione. Quando non ci fa la grazia ce la farà ma sempre combattimento nella preghiera. La preghiera è un combattimento. Gesù è sempre con noi: se in un momento di cecità non riusciamo a scorgere la sua presenza, ci riusciremo in futuro».

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