Proseguono le indagini riguardo la tragedia della funivia del Mottarone, del 23 maggio. Vanno avanti gli interrogatori dei responsabili. Dopo Gabriele Tadini, che si è assunto completamente le sue responsabilità, si dice pentito e invoca il giudizio divino,e Enrico Perocchi, che incolpa completamente Tadini di quanto accaduto e ha dichiarato al gip: “Non salirei mai su una funivia con ganasce, quella di usare i forchettoni è stata una scelta scellerata di Tadini”, è il momento di Luigi Nerini, il gestore della funivia del Mottarone che rimanda la ‘palla’ ai due sopra citati.
“La sicurezza non è affare dell’esercente”. Lo ha dichiarato al gip di Verbania Luigi Nerini, gestore della funivia del Mottarone, secondo quanto riferito dal suo legale, l’avvocato Pasquale Pantano. “Per legge erano Tadini e Perocchi a doversene occupare”, ha aggiunto. Nerini ha spiegato che lui si deve occupare degli “affari della società” e che “non aveva nessun interesse a non riparare la funivia”.
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“Non potevo fermare io la funivia”, ha aggiunto. Non era lui, infatti, stando alla versione di Nerini, a doversi occupare dei problemi di sicurezza dell’impianto. “Smettetela di dire che ha risparmiato sulla sicurezza”, ha spiegato il suo avvocato
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