Proseguono le indagini riguardo la tragedia della funivia del Mottarone, del 23 maggio. Vanno avanti gli interrogatori dei responsabili. Dopo Gabriele Tadini, che si è assunto completamente le sue responsabilità, si dice pentito e invoca il giudizio divino, ora è il momento del direttore di esercizio della funivia, Enrico Perocchio, che incolpa completamente Tadini di quanto accaduto e ha dichiarato al gip: “Non salirei mai su una funivia con ganasce, quella di usare i forchettoni è stata una scelta scellerata di Tadini”. 
Al gip del Tribunale di Verbania, Enrico Perocchi, ha inoltre dichiarato: “Non sapevo dell’uso dei forchettoni, non ne ero consapevole”, questo secondo quanto riferito dal suo legale, avvocato Andrea Da Prato. L’uomo ha dunque negato quanto sostenuto da Gabriele Tadini, interrogato in precedenza, e cioè che fosse al corrente dell’uso dei forchettoni per bloccare il freno di emergenza che entrava in funzione a causa delle anomalie dell’impianto.
L’avvocato Andrea Da Prato, ha chiesto la libertà per il suo assistito. “E’ incredulo e inebetito”, ha dichiarato il difensore. Nel corso dell’interrogatorio davanti al Gip. Perocchi ha insistito sul fatto che “non poteva prevedere né sapeva – ha detto secondo quanto riferito dal legale – che qualcuno avesse fatto uso scellerato delle ganasce”.
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A Perocchi, ha spiegato il legale, come dipendente Leitner, società addetta alla manutenzione, era stato segnalato “questo problema” al sistema dei freni di emergenza e lui “come Leitner aveva attivato le ditte” per intervenire e risolverlo. Il legale ha chiarito che l’ingegnere non è un dipendente delle Ferrovie del Mottarone e dunque “non aveva nemmeno motivi economici”, come contestato dai pm, per fare in modo che la funivia viaggiasse lo stesso coi freni disattivati.
