Covid, 153 dipedenti licenziati dagli ospedali per aver rifiutato il vaccino: “Non siamo delle cavie”

In Texas sono 153 i dipendenti licenziati dagli ospedali di Houston per aver rifiutato la somministrazione del vaccino anti Covid-19. Il ricorso di un’infermiera: “Non siamo delle cavie, i farmaci sono sperimentali e pericolosi”.

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Texas, 153 dipendenti licenziati per aver rifiutato il vaccino (foto via CTV News) – meteoweek.com

Più di 150 addetti degli ospedali di Houston (Texas) che si sono rifiutati di farsi somministrare il vaccino contro il Covid-19 sono stati licenziati o si sono dimessi dopo che un giudice ha respinto una causa legale relativa all’obbligo vaccinale. A rendere nota la notizia è stata la portavoce di Houston Methodist, rete ospedaliera americana tra le prime ad adottare l’obbligo del vaccino per i propri dipendenti. Un episodio, questo, che solleva un certo polverone negli Stati Uniti. Ciò che l’opinione pubblica si sta infatti domandando è fino che punto le istituzioni sanitarie possono spingersi per proteggere i propri pazienti e i cittadini dal coronavirus. Si tratta con buona probabilità di un caso unico nel suo genere negli Stati Uniti, che continuerà ad alimentare un acceso dibattito.

In 153 rifiutano il vaccino e perdono il posto

Come riporta il New York Times, già la scorsa settimana un giudice federale aveva bocciato un ricorso presentato contro la misura annunciata lo scorso primo aprile, che fissava per il 7 giugno l’ultima data utile per effettuare il vaccino e mantenere così il proprio posto di lavoro. Alla scadenza, 178 erano gli addetti ospedalieri che ancora non avevano proceduto alla vaccinazione, e a quali erano state date altre due settimane di tempo per ricevere la somministrazione. Solo in 25, però, avrebbero infine deciso di vaccinarsi, con 153 dipendenti che invece hanno preferito perdere il posto di lavoro.

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Il giudice ha evidenziato che se i dipendenti erano contrari alle disposizioni imposte dal sistema ospedaliero, potevano andare a lavorare in altre strutture. Nella sentenza del 12 giugno, inoltre, il giudice distrettuale degli Stati Uniti Lynn Hughes di Houston aveva bollato come falsa e irrilevante l’affermazione della querelante Jennifer Bridges, secondo la quale i vaccini sono “sperimentali e pericolosi”. Il giudice, inoltre, aveva altresì definito che paragonare l’obbligo di vaccinazione alla sperimentazione medica forzata dei nazisti sui prigionieri dei campi di concentramento durante l’Olocausto è oltremodo “riprovevole”.

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La stessa infermeria Jennifer Bridges, si sottolinea, aveva provveduto a presentare – a nome suo e dei suoi colleghi – il ricorso contro la misura impsota dall’ospedale, asserendo che la stessa struttura per la quale lavoravano li costringeva a fare da “cavie”. “Non c’è nessuna coercizione. Houston Methodist sta solo cercando di fare il suo lavoro, che è quello di salvare vite, diminuendo i rischi di trasmissione del Covid. Si tratta di una scelta atta a mantenere lo staff, i pazienti e i loro familiari al sicuro”, aveva replicato nella sentenza il giudice Hughes.

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