Orlando Merenda, suicida sotto un treno: su Instagram insulti e «morte ai gay»

Orlando Merenda, 18 anni, si è tolto la vita una settimana fa gettandosi sotto un treno. La Procura di Torino ha aperto un’inchiesta per bullismo e omofobia. Il giovane, infatti, aveva denunciato attraverso i social network di essere una delle vittime dei fenomeni di discriminazione. Anche a seguito del suicidio, sul suo profilo sono apparsi insulti e altri messaggi di odio: «morte ai gay», si legge.

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Orlando Merenda, 18 anni, suicida a Torino – meteoweek.com

Lo scorso 20 giugno, Orlando Merenda si è tolto la vita. Il diciottenne si è gettato sotto un treno tra le stazioni Lingotto e Moncalieri, in provincia di Torino. Il giovane non ha lasciato alcun biglietto alla famiglia per chiarire le ragioni del gesto estremo, ma alcuni indizi arrivano da coloro che lo conoscevano e dalla sua vita sui social network. La Procura, a tal proposito, ha aperto un’inchiesta per bullismo e omofobia. I messaggi e i commenti ritrovati nel profilo Instagram del ragazzo, infatti, non lasciano molti dubbi. Un gran numero di parole di odio e insulti, che si fanno spazio tra i messaggi di cordoglio per la sua prematura scomparsa. L’ipotesi più plausibile, al momento, è che sia stato vittima di episodi di discriminazione poiché omosessuale. “Il problema delle menti chiuse è che hanno la bocca aperta“, aveva scritto pochi mesi fa.

Giustizia per Orlando Merenda, il diciottenne suicida

La famiglia di Orlando Merenda chiede giustizia per la sua morte. “Mi aveva confessato di aver paura di alcune persone. Non mi ha spiegato chi fossero, non ha fatto nomi. Era preoccupato. Diceva che mettevano in dubbio la sua omosessualità. Lo prendevano in giro perché era omosessuale”. Lo ha raccontato il fratello Mario ai microfoni de La Stampa. La mamma, da parte sua, continua a non credere all’ipotesi del suicidio. “Stiamo cercando la verità, mio figlio non è mai stato solo. Non ho mai pensato a un gesto estremo, non di sua volontà, non era una persona che pensava di togliersi la vita anzi sapeva che arrivato a 18 anni avrebbe potuto fare le sue scelte. Oggi credo sia stato ingannato, deriso e umiliato, con un carattere così fragile. Era libero e doveva essere libero di essere e fare quel che voleva, invece temo che subisse senza parlare e raccontarci”, dice Anna. Gli amici confermano gli episodi di discriminazione. “Lo prendevano in giro perché era omosessuale”, riferiscono.

La Procura di Torino si servirà delle testimonianze dei familiari e degli amici di Orlando Merenda per ricostruire quanto accaduto nei mesi antecedenti al suicidio. Anche gli insegnanti dell’istituto professionale alberghiero che il giovane frequentava ed i compagni di classe sono stati ascoltati. L’obiettivo è comprendere quale – o per meglio dire chi – sia stata la causa del malessere che ha portato il diciottenne a compiere l’estremo gesto. In tal senso è stata aperta una inchiesta coordinata dal pm Antonella Barbera, al momento contro ignoti, per le accuse di bullismo e omofobia.

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Orlando Merenda era vittima di bullismo ed omofobia – meteoweek.com

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I messaggi di odio

Un importante tassello al puzzle sarà fornito dai dispositivi elettronici che Orlando merenda utilizzava, che sono stati sequestrati. Inquietanti messaggi, insieme a quelli di cordoglio, sono apparsi sui suoi profili sui social network. Sulla sua pagina Instagram, infatti, sono ben in mostra insulti e parole di odio. «Morte ai gay», scrive persino qualcuno. L’obiettivo della Polizia adesso sarà quello di individuare gli autori dei messaggi di questo genere e, soprattutto, l’identità di coloro che ne hanno scritti di simili nei giorni antecedenti al suicidio del diciottenne.

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