Ddl Zan, il nemico numero uno si chiama Matteo Salvini: “E’ come Orban”

L’autore del ddl Zan paragona il leader del Carroccio al premier ungherese. E attacca: “Nessun dialogo con chi vuole affossare la legge”

Sul ddl Zan questa volta a parlare è proprio Alessandro Zan, promotore della disegno di legge che punisce coloro che istigano alla violenza omotransfobica. In una intervista rilasciata ad Agi, il deputato del Partito democratico afferma che la mancanza di una regolamentazione che tuteli le persone LGBT nel nostro Paese, rischia di far “scivolare l’Italia rovinosamente con paesi come l’Ungheria e la Polonia che stanno smantellando i diritti delle donne e della comunità Lgbtq (ndr, lesbico, gay, bisessuale, transessuale, queer), portandoci ai tempi bui del secolo scorso“.

Il parlamentare ribadisce l’importanza della testo che porta il suo nome affinché “l’Italia stia con i grandi paesi più civili e avanzati” in termini di diritti. Ma va oltre, attaccando frontalmente Matteo Salvini. Il leader della Lega viene paragonato a Viktor Orban, il premier dell’Ungheria la quale ha appena promulgato una legge che paragona l’omosessualità alla pedofilia e ne “vieta” la diffusione nel paese.

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Affinché si sblocchi la situazione in Senato e la legge venga promossa, “dicono che bisogna dialogare anche con la destra – afferma Zan -. Ma avete idea di che destra abbiamo nel Paese? Orban ce lo abbiamo a casa nostra“. Il riferimento è proprio al segretario della Lega.

Per Zan, Salvini è dunque l’ostacolo numero uno al ddl. Alla domanda se ci  sia una possibilità di dialogo e confronto, Zan afferma che “il problema non è personale, ma politico. Salvini sostiene leader come Orbán, dice di aver letto la legge di Orbán e di non trovarci nulla di strano. Come possiamo noi sederci a un tavolo delle trattative con chi, come Salvini e Meloni, sostengono quei Paesi che stanno facendo delle leggi discriminatorie e inaccettabili?”, si è chiesto Zan. Norme, ha chiosato, “che ci stanno portando nel momento più buio del secolo scorso”.

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Da parte sua lex-ministro dell’Interno sfida il Pd sull’approvazione della legge: “Senza dialogo, i numeri non ci sono“, afferma il capo della Lega. E Zan risponde: “Il dialogo è aperto con tutti, ma non con chi vuole affossare la legge o svuotarla del suo significatp“. La Lega ha “presentato una leggina che è un attacco alla legge Mancino. Se fosse approvata noi faremmo un passo indietro“. Ma per il deputato, l’Italia “non merita questo“.

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