Caso Malika: Codacons presenta esposto in Procura per “truffa aggravata”

il Codacons chiede chiarezza sui soldi ricevuti da Malika, cacciata di casa perché lesbica. Grazie alle donazioni ha acquistato beni di lusso

Si mettono male le cose pe Malika Chalhy, la ragazza che ha raccontato di essere stata cacciata di casa dai familiari perché lesbica e che aveva lanciato alcune raccolte fondi per chiedere aiuto a sostenersi dopo l’allontanamento dalla casa dei genitori. Il Codacons ha infatti annunciato un esposto alla Procura di Firenze per possibile truffa aggrava dovuta proprio alla raccolta fondi.

La ragazza con i soldi ricevuti ha ammesso di avere acquistato un’auto Mercedes Classe A per 17mila euro e un cane di razza per valore di 2.500 euro, non proprio beni di prima necessità per rifarsi una vita. In seguito alla pubblicazione delle foto sui social in cui Malika testimonia gli acquisti, erano sorti dubbi e polemiche sulla generosità delle donazioni e sulla sincerità della ragazza.

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Dallo scorso anno abbiamo iniziato una battaglia contro le raccolte fondi ingannevoli e poco trasparenti, come quella promossa da Fedez e che ha portato ad una sanzione da parte dell’Antitrust per commissioni occulte – fanno sapere dall’associazione – “La vicenda di Malika dimostra ancora una volta come nel settore regni l’anarchia: chiunque può chiedere soldi ai cittadini attraverso piattaforme come Gofundme, ma poi non c’è alcun controllo sulla reale destinazione dei soldi raccolti, e le stesse società che ospitano le campagne di solidarietà declinano qualsiasi responsabilità per eventuali usi non conformi dei fondi donati dai cittadini”. 

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Da qui dunque la decisione del Codacons di rivolgersi alla Procura “affinché avviino una indagine sulla vicenda alla luce della possibile fattispecie di truffa aggravata, accertando i fatti e le relative responsabilità anche nei confronti dei gestori delle piattaforme che ospitano le raccolte fondi, per omissione di controllo e concorso in eventuali reati che saranno ravvisati“.

Davide La Cara

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