Mondo del lavoro dopo il COVID-19: le sfide e gli interrogativi sul futuro

Lavoro in remoto, colleghi robot e settimane lavorative di quattro giorni. Il Covid-19 non ha soltanto cambiato il modo di lavorare oggi, ha dato anche inizio ad una più ampia riflessione sul mondo del lavoro.

Il moderno concetto di ufficio è stato creato dopo la seconda guerra mondiale, su un modello militare. Gerarchie rigide, pensate da uomini per gli uomini, che implicano la presenza di una donna nella gestione della casa. Dopo anni di cambiamenti graduali, però, nella Silicon Valley e nel resto del mondo, c’è una crescente consapevolezza che tale modello non sia perfetto. Milioni di persone hanno passato i periodi di lockdown a rivalutare le loro priorità. Quanto tempo vogliono passare in un ufficio? Dove vogliono vivere se possono lavorare in remoto? Vogliono cambiare carriera? Per molti, questo è diventato un momento per ridefinire letteralmente ciò che è mondo del lavoro.

Un solo risultato sembra altamente probabile: ci sarà un maggiore bisogno di riqualificazione professionale rispetto a prima del Covid-19. Infatti, solo negli Stati Uniti, la ricerca del McKinsey Global Institute suggerisce che 17 milioni di lavoratori avranno bisogno di cambiare occupazione entro il 2030. Non si parla solo di mutare datore di lavoro, ma cambiare completamente occupazione, cosa che tipicamente richiede più tempo. Il passaggio all’automazione sarà un’altra causa di trasformazioni nel mondo del lavoro post COVID-19. Dove una volta i robot erano visti come il nemico dei lavoratori, ora sono accolti come un modo per ridurre l’interazione umana che può diffondere il virus.

I numeri del nuovo mondo del lavoro

Automazione vs lavori manuali – meteoweek.com

Il lavoro a distanza è sicuramente l’ambito che ha visto il cambiamento più significativo. Si stima che il lavoro da casa continuerà probabilmente a tassi significativamente più alti di prima del Covid-19. Nei sondaggi, il 72% dei dirigenti afferma che le loro organizzazioni hanno iniziato ad adottare modelli permanenti di lavoro a distanza. Allo stesso modo, il 70% dei dipendenti dice che lavorare da casa, per almeno una parte della settimana, è uno dei criteri principali nella scelta del loro prossimo lavoro. Un caso esemplare è Facebook, che ha annunciato che quasi il 50% dei suoi dipendenti in futuro lavorerà da casa.

Il secondo aspetto che ha già mostrato cambiamenti importanti è quello inerente ai cambiamenti di carriera. Un sondaggio Pew ha scoperto che il 66% dei disoccupati ha seriamente considerato di cambiare occupazione. Un terzo degli intervistati ha iniziato a seguire corsi o a riqualificarsi. Pew non ha dati precedenti comparabili, ma in un sondaggio del 2016, circa l’80% delle persone ha riferito di essere molto soddisfatta del proprio lavoro. Appare rilevante che questo fenomeno sia comune a tutti i livelli di reddito, non solo ai più ricchi.

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L’ultimo elemento da considerare è l’automazione di lavori che richiedono operazioni manuali. All’estero, i lavoratori che si occupano di front office, come nei servizi di alloggio e di ristorazione, sono stati i più colpiti. Probabilmente, nei prossimi anni, si vedranno  gli effetti della nuova automazione e digitalizzazione delle interazioni. Il lavoro fisico e manuale e le abilità cognitive di base occupano oggi circa la metà di tutto l’orario lavorativo. In futuro avremo meno bisogno di questo lavoro, dato che l’automazione e le tecnologie correlate potrebbero svolgere queste mansioni più velocemente e con meno errori.

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Un’opportunità per alcuni, una sfida per altri

Bar e ristorazione – MeteoWeek

La pandemia ha sicuramente inciso negativamente sul mercato del lavoro, sia per disoccupazione che per ore di lavoro perse. Allo stesso tempo è necessario riflettere sull’opportunità di ripensare il mondo del lavoro e preoccuparsi delle sue nuove sfide. Se è vero, infatti, che molte persone si riqualificheranno e cominceranno nuovi appaganti lavori in remoto, molti altri avranno bisogno di aiuto nella transizione.

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