Sgominata banda mafiosa a Bagheria, sventata una condanna a morte

Operazione dei carabinieri che ha portato a 8 arresti. Stavano anche progettando un omicidio ai danni di un uomo

Un duro affondo alla mafia da parte delle forze dell’ordine. Questa mattina i carabinieri di Bagheria in provincia di Palermo, hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo per 8 persone, presunti appartenenti a una famiglia mafiosa locale. Tra loro anche Carmelo Fricano detto “Mezzo chilo”, un imprenditore edile vicino al capo mandamento Leonardo Greco. In passato diversi collaboratori di giustizia lo hanno indicato quale prestanome proprio del capomafia, oggi ergastolano.

Le accuse sono di associazione a delinquere di stampo mafioso e finalizzata al commercio di stupefacenti, detenzione e vendita di armi, lesioni, estorsione e altri reati gravi. “Le risultanze investigative dell’indagine – affermano i carabinieri autori dell’operazione – hanno consentito di raccogliere una serie di elementi di indubbia capacità probatoria circa la sussistenza a carico di Fricano di un quadro gravemente indiziario in ordine al delitto di associazione di tipo mafioso“.

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L’operazione nominata Persefone ha visto la collaborazione di un pool di magistrati coordinati dal procuratore Salvatore De Luca e ha subito un’accelerazione visto il progetto di omicidio messo su dalla famiglia mafiosa ai danni di un pregiudicato del luogo, considerato poco incline al codice e alle regole del clan mafioso. L’uomo in questione, Fabio Tripoli, infatti aveva osato sfidare il capo della famiglia in maniera pubblica. Tripoli aveva già subito un pestaggio da parte di affiliati al clan, ma non era bastato: armato di accetta, affermava in giro che avrebbe distrutto e dato fuoco al locale da poco inaugurato del boss. “Lo portiamo in campagna e lo scanniamo come un vitello”, dicevano nelle intercettazioni.

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