Patuanelli difende il RdC ma ammette che “qualcosa non funziona”

“Il 60% della misura ha funzionato bene”, troppo poco per il costo. Ma il ministro Patuanelli dice che ci sono degli aggiustamenti da fare

Il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli difende il Reddito di Cittadinanza, ma forse per la prima volta un esponente di rilievo del Movimento 5 Stelle ammette che qualcosa in questa misura non funziona. “Non dico che non ci sono criticità” sul RdC, ma bisogna ricordare che “l’Inps ci dà dati chiari sul Reddito come misura positiva che non ha inciso sui contratti in modo negativo come qualcuno dice“.

Patuanelli era ieri sera in televisione a Porta a Porta. Durante il suo intervento si è lasciato andare a una dichiarazione destinata ad aprire (finalmente) il dibattito anche dentro il M5S, promotore e difensore “senza se e senza ma” di una misura che è stata utilizzata illecitamente da troppe persone e che lascia molti dubbi sulla capacità di creare sviluppo e benessere per il nostro Paese. A ogni modo per il Ministro “parlare di abbandono del Reddito è profondamente sbagliato perché il 60% della misura ha funzionato molto bene, ora lavoriamo sulla parte che non ha funzionato. Va potenziata la parte di politiche attive del lavoro, che era la seconda ‘gamba’ del Reddito di Cittadinanza”. 

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Sebbene 60% possa sembrare un numero importante, è comunque un numero insufficiente per giustificare una spesa così alto ai danni di cittadini che contribuiscono a finanziare il Reddito con le proprie tasse. A questo si aggiunga, come sottolineato dal Ministro, che il RdC non ha contribuito quasi per niente alla ricerca di lavoro per i suoi percettori. Ma il ministro pentastellato non demorde e ritiene che contro il Reddito di Cittadinanza ci sia un “attacco politico e non di merito: c’è una grandissima criticità politica perché l’ha fatto il M5s ed è evidente che la Lega e Renzi hanno come obiettivo quello di indebolire il nostro Movimento“.

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Patuanelli però si lascia andare anche a critiche verso un’altra misura sostenuta dal suo partito durante il Governo Conte I e voluta dalla Lega, con cui allora era in esecutivo: Quota 100. “Viene messa in discussione perché l’effetto avuto non è stato quello pensato, è una misura che ha in qualche modo fallito il suo obiettivo” ha detto Patuanelli.

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