Saman, si cerca un indizio. Recuperate ossa, scarpe da tennis e indumenti

L’ultimo reperto trovato a Novellara (Reggio Emilia) è il frammento osseo di un cranio già mandato al Ris 

Saman Abbas-Meteoweek.com

Gli inquirenti hanno trovato un frammento osseo al Lido Po di Boretto, in provincia di Reggio Emilia, e lo hanno inviato al Ris di Parma per un controllo delle tracce genetiche. Se si scoprirà che si tratta di un cranio umano, il suo dna verrà messo a confronto con quello di Saman Abbas, scomparsa ormai dal 30 aprile scorso e che gli investigatori presumono sia stata assassinata dai parenti dopo essersi rifiutata di prestarsi a delle nozze combinate.

«Il 3 novembre, da un passante, ci è stato segnalato un frammento di osso, probabilmente una calotta cranica, rinvenuto sul Lido Po di Boretto. Abbiamo repertato, e, per non escludere nulla, lo abbiamo inviato ai Ris di Parma (Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, ndr) per tutte le verifiche. Innanzitutto per stabilire se si tratta effettivamente di un osso umano e poi eventualmente effettuare comparazioni con il dna di Saman», sono le parole del colonnello Stefano Bove. Nella richiesta del magistrato, ai carabinieri è affidato l’incarico di estrapolare il profilo biologico dall’osso per poi compararlo a quello di Saman, preso da alcuni vestiti. Si tratta di un esame irripetibile. Con molta probabilità questa verifica si eseguirà a metà gennaio.

Il colonnello, tuttavia, specifica che non è il primo reperto fatto analizzare. «Nei mesi scorsi abbiamo catalogato interiora, poi rivelatesi di animali, scarpe da ginnastica, vestiti. Dal Po è la prima segnalazione che ci giunge», continua il colonnello. Che possa essere un resto che appartiene a Saman è un’ipotesi «piuttosto remota», dato che «lo stato dell’osso rinvenuto lascia presagire che si tratti di qualcosa di molto più datato».

Sono infatti molte le persone scomparse in quelle zone e che il fiume potrebbe aver trasportato nel suo scorrere. Tuttavia, nulla è da escludere. In questi mesi le ricerche sono state tante, e gli investigatori sono arrivati sulle rive del Po dopo le dichiarazioni del fratello 16enne di Saman, che aveva detto di aver sentito, proprio quel 30 aprile, in una riunione tra parenti, che un cugino diceva:«Uccidete, sennò io porto…ho il motorino, facciamo piccoli pezzi e buttiamo nel… Guastalla. C’è un fiume, buttiamo là».

Saman e il fidanzato-Meteoweek.com

«Di altre evidenze che possano portare a dire che ci sia stato un trasporto della ragazza fino al fiume Po non ce ne sono. Però non lo escludiamo», spiega ancora il comandante dei carabinieri. Intanto, in tutta questa vicenda, un ruolo chiave lo ha lo zio Danish Hasnain, 33 anni, che il fratello della ragazza ha suggerito come presunto assassino della sorella. L’uomo è stato arrestato in Francia, ma si è opposto all’estradizione. Si parlerà di nuovo del suo caso il prossimo 5 gennaio. Se l’estradizione avverrà, l’uomo sarà interrogato dalle autorità italiane che stanno indagando sulla scomparsa di Saman.

Leggi anche:—>Aggrediscono i sanitari e fanno scappare il parente positivo al Covid: ora è quarantena per tutti

Oltre allo zio di Saman, tra gli indagati ci sono anche il padre 45enne Shabbar Abbas, la madre Nazia Shaheen, 48enne, il cugino Ikram Ijaz, 29 anni, e l’altro parente Nomanulhaq Nomanulhaq, 34 anni.

Leggi anche:—>Covid, Bertolaso: «Omicron contagiosa ma meno letale, ospedali reggono bene. Tamponi a non vaccinati»

Nomanulhaq e i genitori della 18enne sono ancora irrintracciabili, mentre Ikram è in carcere a Reggio Emilia. Per tutti l’accusa è di sequestro di persona, premeditazione, futili motivi. Per i due cugini e per lo zio c’è anche l’ipotesi di reato di occultamento di cadavere.

Impostazioni privacy