«Non prendo ordini da una donna». Assale e colpisce la datrice di lavoro incinta di 5 mesi

È accaduto a Roma, in piazza Santa Maria Ausiliatrice. I vicini, allarmati dalle urla, hanno chiamato i carabinieri 

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Dramma sfiorato in una lavanderia di Roma, in piazza Santa Maria Ausiliatrice. Un bengalese di 23 anni ha cercato di uccidere la datrice di lavoro incinta di 5 mesi. «Non prendo ordini dalle donne, adesso basta», avrebbe detto. L’uomo ha preso un paio di forbici da sarta e poi ha colpito numerose volte la datrice di lavoro. Il brutto episodio è accaduto ieri mattina, intorno alle 9. Dalla lavanderia si sentono le urla che spaventano gli esercenti vicini, al punto che contattano la polizia.

La datrice di lavoro aveva ricordato al 23enne bengalese di ottemperare a un ordine ricevuto da un cliente e questo ha scatenato un folle impeto di rabbia da parte del giovane:«Nel mio Paese, non prendiamo ordini dalle donne». Fino a quell’istante, la donna lo considerava una brava persona, un lavoratore. E invece Mohammed, incensurato, ha preso le forbici e ha tentato di colpirla numerose volte al torace. Dapprima la proprietaria del negozio si è difesa con una mano, ferita dalla lama, e poi ha continuato a lottare per disarmare il 23enne.

L’arresto

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Proprio nel momento in cui l’uomo stava per colpire nuovamente la datrice di lavoro, è sopraggiunto il marito della donna che ha preso da dietro il bengalese e ha cercato di allontanarlo tirandolo per spalle e collo. Sono minuti interminabili, poi il marito della donna riesce a strappare la moglie dalle grinfie del dipendente.

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Il bengalese esce dal negozio e fugge. La lavanderia serve diversi bar e ristoranti dell’area e molti di questi appartengono a piccoli impresari bengalesi.

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In seguito arriva la polizia e la donna è sconvolta, ha una mano sanguinante. La portano in ospedale dove la medicano e si accertano che non vi siano conseguenze per la sua gravidanza. I medici l’hanno infine dimessa con una prognosi di 5 giorni. Intanto i poliziotti rintracciano il dipendente e lo arrestano a qualche km di distanza dal luogo dove è avvenuta l’aggressione, in piazza Cantù. Condotto in questura per lesioni aggravate, si attende il giudizio per direttissima.

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