Il senatore Giarrusso (Italexit) a Meteoweek: “Ci negano le piazze, siamo visti come un pericolo da chi governa”

Abbiamo intervistato il senatore Michele Giarrusso a margine di un incontro di Italexit nel comune di Patti, in provincia di Messina. 

Italexit inizia a organizzarsi e strutturarsi anche in Sicilia, e l’incontro che si è tenuto nella giornata di venerdì 18 febbraio 2022 nel comune di Patti, in provincia di Messina, ha avuto un certa importanza per l’attenzione che il partito di Paragone si propone di dedicare anche ai comuni più piccoli. 

Ospite d’eccezione il senatore Mario Michele Giarrusso, che si è presentato alla popolazione del luogo in modo molto agguerrito, accusando il governo Draghi di fomentare odio e divisioni sociali. D’altronde, il tema del green pass è già diventato una delle battaglie simbolo di Italexit. Alla fine del suo intervento, siamo riusciti a raggiungere il senatore che ha accettato rispondere ad alcune nostre domande. 

Nel suo intervento non ha risparmiato accuse e critiche al Movimento 5 Stelle, di cui anche lei faceva parte prima di essere espulso, nominado criticando anche Grillo. Quand’è esattamente che si è reso conto che tra lei e i 5 Stelle non c’era più sintonia?

Ho incominciato a dubitare del Movimento 5 Stelle quando abbiamo visto la scarcerazione di centinaia e centinaia di mafiosi. Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Parla dello scandalo che ha riguardato anche il ministro della giustizia Bonafede?

Si, esattamente. Ma anche prima c’erano dei bruttissimi segnali. Io ho appoggiato la sfiducia a Bonafede. Era chiaro che c’era una completa e assoluta inadeguatezza del ministro e una forte responsabilità del ministero nella scarcerazione dei mafiosi e quindi l’inaccettabile difesa a spada tratta di Conte nei confronti di Bonafede è stato un atto vergognoso. 

Mi pare di capire che Italexit, al di là del dichiarato obiettivo politico primario che porta già nel nome, stia portando il green pass come battaglia politica fondamentale, giusto?

Assolutamente si. Italexit è nata per riprendere le battaglie che aveva abbandonato il Movimento 5 Stelle, e d’altronde è stato fondato da Gianluigi Paragone dopo l’uscita dai 5 stelle. Le battaglie contro l’Europa della finanza, e dunque contro l’euro che ha distrutto l’economia italiana e impoverito i cittadini. La battaglia contro l’Europa degli affaristi, contro chi ricicla il denaro sporco. Una battaglia che passa anche da certi soggetti che poi finiscono persino a fare la morale al nostro paese. Ad esempio l’Olanda, uno uno dei governi più feroci e critici contro l’Italia, che fa parte di quell’asse nord-europeo, i famosi paesi frugali. Non fosse che l’Olanda fa parte di quei paesi che non fanno altro che riciclare denaro sporco con le loro banche, che non rispondono nemmeno alle rogatorie della magistratura italiana quando si avviano indagini in merito. Oltre a questo non dimentichiamo che la droga dal sudamerica arriva anche da lì. Non lo diciamo noi. Un anno e mezzo fa c’è stato uno sciopero della polizia olandese e il titolo di quella protesta era “Ma l’Olanda è diventata un narco stato?”. Il primo sciopero oltretutto nella storia delle forze dell’ordine olandesi.  Noi siamo nati per provare ad uscire da questo disastro europeo che ci ha strangolato e che nel momento di maggior bisogno ci ha devastato, perché la gestione dei vaccini … Io non sono contrario ai vaccini, semmai sono per la libertà vaccinale. Ma certamente le operazioni spericolate della Von Der Leyen e dei vertici europei con le grandi multinazionali del farmaco sono inaccetabili . Tra l’altro Pfizer, che ha fatto miliardi e miliardi di dollari con i vaccini, adesso licenzia a Catania. Nell’anno di maggior fatturato, chiudono a Catania. E normale?

Ho notato che in un momento storico in cui nell’agenda politica domina la discussione sui vaccini, lei ci tiene invece a mantenere il focus sulle difficoltà economiche del paese. Quello che noto io avendo seguito un po Italexit è che, in piazza, il green pass sembra diventata la tematica principale per Italexit

Ma resta sempre una questione economica in realtà. Il green pass ha un impatto economico devastante, sia sulle famiglie che perdono il loro sostentamento economico perché non lo possiedono. Sia perché … Le faccio un esempio. È venuta qui una signora che ha il figlio in un paese qui vicino che deve andare al liceo. ha quindici anni, e deve fare 60 km all’andata e 60 al ritorno, ma gli è stato detto che non può prendere l’autobus in quanto non è vaccinato. Dal punto di vista economico può ben immaginarsi le conseguenze. 120 km al giorno con un mezzo proprio? A 15 anni? Il padre o la madre cosa fanno adesso? Dovranno accompagnarlo con la macchina tutti i giorni? Non va più a scuola quel povero ragazzo. 

Siamo in un momento storico particolare in cui, a causa dell’emergenza pandemica anche il diritto a manifestare può essere limitato. Voi siete un partito politico, il partito esiste in una democrazia liberale finché ha degli strumenti per canalizzare il consenso, ovvero la piazza pubblica. Ma un cittadino può ancora credere nei partiti? 

Il partito in questo momento è l’unico strumento che ci da la costituzione per aggregare i cittadini e per reagire. Tant’è che stanno colpendo queste aggregazione impedendo ai partiti di opposizione l’uso delle principali piazze per motivi sanitari. Manovre di bassa politica nascoste dietro l’emergenza sanitaria. Allo stadio si può andare, ma non si possono fare riunioni politiche non per il Covid? Follia.

In un momento in cui il governo limita fortemente la possibilità di andare in piazza trincerandosi dietro l’emergenza sanitaria, come reagisce Italexit a questo impedimento per presentarsi agli elettori? Siete un partito nuovo, che ha esigenza di farsi conoscere. 

Noi siamo in grande difficoltà, e i cittadini devono capire che la forma di organizzazione che stiamo provando a darci è vista come un pericolo da chi è al governo. Mettono degli ostacoli per cercare di rallentare un processo di aggregazione da parte dei cittadini che non ci stanno a questa dittatura 

Leggi anche: La Meloni non si nasconde più e punta adesso alla leadership nel centrodestra

Leggi anche: L’ipocrisia del governo canadese, attacca Cuba sui diritti umani ma perseguita e congela i conti dei manifestanti di Ottawa

Nel palco si faceva riferimento all’identità digitale. Lo vede come un pericolo attuale? Mi sembra che sia un tema che va anche oltre il green pass.

Ma il Green pass in realtà è un elemento di questa futura identità digitale, nel Qr code ci sono elementi dell’identità digitale. Noi dobbiamo capire una cosa: la libertà non è uno stato spontaneo nella società degli uomini. Per avere la libertà è stato pagato un prezzo di sangue, nessun paese è diventato libero senza spargimento di sangue. Non è scontato, e la libertà la si può perdere. Noi dobbiamo riflettere su cosa accade con un utilizzo improprio dell’identità digitale. Basta solo pensare a cosa sta accadendo in Cina.

Si riferisce al sistema di crediti sociali 

Si.

Impostazioni privacy