Reddito di base universale: un nuovo esperimento in Francia

Continua il viaggio di MeteoWeek all’interno del reddito di base universale, una proposta rivoluzionaria che potrebbe cambiare il volto dell’Europa.

Sui giornali se ne parla pochissimo eppure tra la gente il dibattito comincia a prendere piede. Nel resto d’Europa invece di reddito di base universale si parla tantissimo perché ormai non si contano più intellettuali ed economisti che lo sostengono a spada tratta.

 

Il reddito di base universale è un reddito garantito a tutti a prescindere dal reddito e dalla ricerca attiva di un lavoro. Si tratta di un concetto altamente innovativo di reddito minimo come diritto inalienabile dell’uomo. Difatti qualsiasi altro diritto che le nostre carte costituzionali riconoscono diventa sostanzialmente velleitario e vuoto se non si accompagna ad una vita dignitosa e con un sostentamento bastante almeno alle spese fondamentali. Il reddito di base universale nasce soprattutto perché il lavoro viene continuamente eroso dall’automazione. Questo concetto è molto importante da comprendere perché senza di esso non si comprende quanto sia assolutamente fondamentale l’introduzione al più presto possibile di un reddito di base universale.

Il lavoro continua a diminuire

Tutti gli studi sul lavoro sono sostanzialmente concordi nel ritenere che i posti di lavoro andranno via via perdendosi a causa dell’automazione. La letteratura in materia è veramente vasta ed è impressionante vedere come tra il 30 e il 50% dei posti lavoro oggi disponibili sarà bruciato negli anni a venire. Ormai è anche sorpassata la vecchia idea secondo la quale i vecchi posti di lavoro perduti saranno rimpiazzati da nuovo lavoro nel settore della programmazione. Infatti sono già attualmente operative intelligenze artificiali che ben presto potranno rimpiazzare i programmatori in carne ed ossa.

Referendum: tutti possono firmare online

Dunque davvero nessun lavoro può dirsi al sicuro dall’azione erosiva dell’innovazione e dell’automazione. Vi abbiamo già parlato dell’esperimento partito in Catalogna e questa volta vi parliamo di un esperimento francese. Ma andando oltre degli esperimenti nei vari paesi europei che ormai sono sempre di più c’è un referendum presso l’Unione Europea che ogni cittadino può firmare comodamente on-line e che se dovesse raggiungere le firme necessarie entro giugno porterebbe la questione al Parlamento Europeo che potrebbe far diventare il reddito di base universale un vero e proprio diritto per tutti gli europei e sarebbe davvero la salvezza per quei milioni di cittadini europei che vivono ormai in condizione di povertà profonda.

Ecco come funzionerà

 

Dal primo marzo 1000 ragazzi francesi che vivono nell’Alta Garonna potranno beneficiare di un reddito di base universale. Si tratta soltanto di un esperimento e di una misura pilota. Infatti durerà soltanto 18 mesi. Si tratta di un esperimento proprio perché oltre ai 1000 giovani tra i 18 e i 24 anni che percepiranno il reddito di base ce ne saranno altri mille che non lo percepiranno. Dunque il gruppo sperimentale e quello di controllo, per poter comparare gli effetti.

Un vero e proprio esperimento sociale

Con un monitoraggio su entrambi i gruppi si mira a stabilire se il reddito di base universale migliora o peggiora la vita di chi lo riceve, ma soprattutto se migliora o peggiora la vita della società in generale. Infatti oltre alle ovvie questioni etiche sull’intollerabile persistenza della povertà diffusa nella nostra società così ricca ed avanzata il reddito di base universale è anche fortemente mosso dall’intuizione per la quale un minimo di serenità generalizzata non crea parassitismo e di ignavia come molti immaginano, ma pone le basi per una vita più produttiva.

Reddito di base universale: il primo esperimento parte in Catalogna

Già vari esperimenti hanno dimostrato questo è l’esperimento dell’Alta Garonna si propone di verificare questi dati. I 1000 giovani sono estratti a sorte tra i vari che si sono presentati e percepiranno tra i 350 e i €500 al mese. Georges Méric, il presidente della realtà locale che ha predisposto questo esperimento si è espresso in termini assai preoccupati riguardo la precarietà e la povertà giovanile. Racconta infatti come ormai nella sua regione tantissimi studenti non abbiano più nemmeno i soldi per permettersi da mangiare.

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