Guerra in Ucraina, Biden: “Putin è un criminale di guerra”

Joe Biden ha rivolto pesanti parole a Putin dopo il bombardamento del teatro di Mariupol: “È un criminale di guerra” ha detto. Per il presidente americano Putin “sta infliggendo devastazione e orrore, bombardando appartamenti e reparti di maternità. Queste sono atrocità, un oltraggio per il mondo”.

Da Mosca replicano prontamente parlando di “parole inaccettabili” e ricordano che le bombe Usa “hanno ucciso centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo”.

Il Cremlino risponde anche alle accuse sul bombardamento del teatro, che Mosca attribuisce al battaglione Azov.

Intanto la Nato, attraverso Stoltenberg, conferma il suo sostegno militare alla causa ucraina: “Continueremo a fornire armi. non tollereremo attacchi alla sovranità alleata” ha detto. Mentre ieri il presidente ucraino Zelensky ha rivolto un discorso al Congresso Usa chiedendo nuovamente la no-fly zone o un sistema antimissile. Anche il ministro della Difesa ucraino Oleksij Reznikov, sentito in audizione a Bruxelles, ha chiesto aerei e carri armati all’Unione Europea, oltre a  “un embargo rigorosissimo sull’energia russa, sul petrolio, sul gas, sul carburante, sul cherosene, su tutto”.

Difesa Ucraina: Mosca vuole distruggere Ue

Il ministro della Difesa ucraino Oleksij Reznikov – Meteoweek

Mosca però manda un monito ai paesi che inviano armi all’Ucraina, citando esplicitamente la Slovacchia. Lo ha fatto attraverso la portavoce della diplomazia russa, Maria Zacharova, che ha commentato la decisione di Bratislava di fornire a Kiev sistemi di missili antiaerei.

Lo scopo del Cremlino, ha avvertito invece il ministro della Difesa ucraino Reznikov, è “distruggere completamente l’Unione europea. Distruggere l’unità dei Paesi Nato e andare anche oltre. Perché già oggi i missili russi stanno cadendo a 20 chilometri dalle frontiere della Polonia, Paese dell’Unione europea e anche membro della Nato”.

Kiev: a Mariupol genocidio dei russi, 20 mila civili morti

Sempre Reznikov ha riferito a Bruxelles che a Mariupol l’esercito russo sta portando avanti “un vero e proprio genocidio”. Da tre settimane la città, con una popolazione di 400 mila abitanti, è rimasta senza acqua e elettricità. Sotto i missili dell’aviazione e dell’artiglieria russa la città rischia di essere “rasa al suolo”. E per giunta anche i corridoi umanitari vengono bloccati di continuo. Il ministro ucraino stima che fino ad ora siano morti circa 20 mila civili a Mariupol. La città portuale rischia di fare la stessa fine di Volnovakha, completamente cancellata dai russi, ha detto Reznikov. In tre settimane di guerra, ha fatto sapere il ministro ucraino, sono andate distrutte “quattrocento scuole”. In rovine anche “centodieci ospedali, più di mille edifici residenziali, più di cento cittadini ucraini sono rimasti seppelliti sotto le macerie”.

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Questa mattina, poco prima delle 7 ora locale, un missile russo abbattuto dalla contraerea ucraina ha centrato un palazzo residenziale a Kiev, provocando un morto e tre feriti. Sempre nella regione di Kiev sono stati abbattuti due caccia di Mosca, mentre i media ucraini riferiscono che le truppe russe hanno lanciato missili su Sarny, che dista circa 50 km dal confine con la Bielorussia. Intanto il numero dei civili uccisi a Chernihiv mentre facevano la coda per comprare il pane è salito a 13 morti.

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Russia e Ucraina rendono noto di aver raggiunto un accordo sulla creazione di 9 corridoi umanitari che permetteranno di evacuare profughi da diverse città, inclusa Mariupol. Lo ha fatto sapere Kiev, che spiega che attraverso i corridoi potranno arrivare anche gli aiuti umanitari alle città assediate dalle forze russe.

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