Termina lo stato di emergenza in Italia, ma c’è un unico luogo ancora in lockdown

Si tratta delle Rsa e i parenti degli ospiti protestano, mentre scatta l’allarme depressione

Oggi, 31 marzo 2022, scade ufficialmente lo stato di emergenza Coronavirus nel nostro Paese. Cambiano le norme in tema di restrizioni, ma non per le 4.269 Rsa in Italia che ospitano all’incirca 250mila anziani o persone non autosufficienti.

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Il motivo per cui c’è ancora questa prudenza è che la pandemia non può ritenersi del tutto conclusa e nonostante Omicron sia una variante non molto pericolosa rispetto alle precedenti, c’è sempre un alto tasso di mortalità e nel nostro Paese la media è di 150 morti quotidianamente.

Ma non tutti sono d’accordo su questa cautela, tant’è che i parenti degli anziani o disabili ospitati nelle Rsa hanno protestato di fronte alla sede del ministero della Salute chiedendo che vengano allentate le misure per quanto concerne le visite. «Quest’ultimo anno nelle Rsa il livello di mortalità è quadruplicato e non per il Covid ma per la sindrome di abbandono e sindromi depressive», dicono i parenti.

Il sit in organizzato dalla Conpal ha visto numerose testimonianze e si è svolto in diverse città italiane tra cui Firenze, Torino e Milano. La ragione per cui non è semplice andare a trovare un parente in una Rsa, non è in realtà da ritrovare nei decreti Covid, ma nelle disposizioni che consentono alle direzioni sanitarie delle singole strutture di avere un certo raggio d’azione. Ergo, alcune Rsa si regolano avendo comportamenti più restrittivi rispetto ad altre e viceversa.

Queste strutture, tra l’altro, sono molto controllate, tant’è che a gennaio i Nas hanno ispezionato 546 Rsa scovando irregolarità più o meno serie in almeno 107 locali.

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