I costruttori lanciano l’allarme: “A rischio il PNRR e l’economia del paese” [VIDEO]

La guerra in Ucraina ha fatto schizzare alle stelle il prezzo delle materie prime e dei carburanti. I costruttori lanciano l’allarme: “Così è impossibile lavorare, a rischio i cantieri ed il PNRR”. E quindi il rilancio economico italiano.

La guerra in Ucraina, e prima la pandemia: una congiuntura socio-economica che rischia di distruggere l’economia italiana del presente e del futuro. Previsione eccessivamente catastrofista? Speriamo di si, ma i dati dicono altro, e c’è chi lo sta gridando – quasi totalmente inascoltato – a gran voce. Sono, ad esempio, le imprese che lavorano nel settore degli appalti e delle infrastrutture pubbliche: aziende che danno lavoro a migliaia di persone, che rappresentano il 20% circa del PIL nazionale e che stanno precipitando nel buco nero del fallimento. Perchè? Perchè, banalmente, non è quasi più possibile concludere un lavoro senza andare in perdita. Troppo violento ed eccessivo l’innalzamento dei costi delle materie prime e del carburante, e troppo poco incisivi gli interventi dello Stato.

Costi di produzione troppo alti: il grido di allarme dei costruttori
Costi di produzione troppo alti: il grido di allarme dei costruttori

Situazione difficile che ora diventa drammatica

Una situazione già difficile per gli effetti della pandemia e per la poca incisività dei ristori: l’allarme era già risuonato, senza che fosse però ascoltato dal governo. Adesso la situazione è sull’orlo del baratro, come è stato spiegato nel corso di una assemblea che si è svolta la scorsa settimana a Roma, e a cui hanno partecipato oltre 450 imprese provenienti da tutta Italia. “La situazione è ad un punto di non ritorno”, spiega Edoardo Bianchi, uno degli imprenditori che ha dato vita al coordinamento alla base dell’assemblea che si è svolta presso l’hotel Parco dei Principi a Roma. “Servono rimedi rapidi, non interventi che richiedono 6 mesi od un anno per dispiegare i loro effetti”, aggiunge. Specificando un aspetto importante: “La crisi Ucraina sta dispiegando i propri effetti in questi giorni, ma la situazione non è gestibile già dall’ultimo trimestre del 2020. Ad oggi, dopo 18 mesi, non c’è un provvedimento assunto dal legislatore che abbia iniziato a produrre effetti”. Decisioni rapide ed interventi decisi, questo chiedono i costruttori: revisione dei prezzi per i contratti in essere, adeguati mensilmente alle oscillazioni di mercato; riduzione del numero di accordi previsti negli accordi quadro (riferiti quindi a più opere infrastrutturali); la realizzazione di un credito di imposta a favore delle imprese esecutrici. Poche cose che già potrebbero alleviare la situazione, ed evitare le conseguenze peggiori.

A rischio il PNRR, e quindi il sistema-paese

Come hanno abbondantemente spiegato i relatori dell’assemblea di Roma, e come stanno spiegando da mesi gli operatori del settore, il rischio che si sta correndo è enorme, ed ha a che fare con la più grande possibilità di ripartenza che tutto il sistema Italia ha a disposizione adesso: il PNRR. I fondi che arrivano dall’Europa sono vincolati a dei risultati da ottenere, degli obiettivi da raggiungere che sono i “target” fissati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si chiamano tecnicamente “Missioni”, ed il loro adempimento è in buona part vincolante all’erogazione del resto dei soldi. Una parte importante delle “missioni” sono relative alle infrastrutture. Chi deve materialmente realizzarle, queste infrastrutture? Le imprese, che però con l’esplosione dei costi non riescono più a rispettare i contratti senza rimetterci l’osso del collo. E, sia chiaro, non per colpa delle imprese: il problema è l’impennata dei prezzi dei materiali, che rendono in molti casi letteralmente impossibile coniugare la realizzazione dell’appalto alla sopravvivenza dell’azienda. Al punto da spingere gli imprenditori a non presentarsi nemmeno alle aste per l’assegnazione dei lavori. Il rischio è drammaticamente evidente: potrebbe verificarsi la possibilità che pezzi del PNRR non vengano portati a termine, con il conseguente effetto a catena per tutta l’economia del paese. Nel video, le dichiarazioni raccolte all’assemblea di Roma.

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