Covid, verso l’ok per le pillole antivirali con prescrizione medica

Continua l’inarrestabile, a due anni dall’inizio della pandemia, la corsa per contrastare il Covid-19 e i rischi ad esso legati. Il vaccino, arrivato nel nostro paese alla terza dose di somministazione consigliata, è stato il primo metodo per indebolire l’attacco del virus.

Ora è il turno della pillola antivirale da assumere come cura per i malati colpiti dal Covid, per i quali si attende l’ok dell’AIFA all’utilizzo per le terapie domiciliari.

Sono due finora gli antivirali somministrati per via orale, ad essere stati autorizzati per il trattamento del Coronavirus, Lagevrio e Paxlovid. Secondo l’agenzia di stampa, nella riunione straordinaria del Cts dell’Aifa, sarà valutata la possibilità per i medici di famiglia di prescrivere il Paxlovid.

L’utilizzo degli antivirali è indicato per malati di Covid-19 che non necessitano di ossigenoterapia, ma comunque considerati maggiormente a rischio, e vanno somministrati entro 5 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi. Nella riunione straordinaria della Commissione tecnico scientifica dell’Aifa, si parlerà di dare il via libera all’utilizzo da parte dei medici curanti, delle pillole antivirali nel trattamento domiciliare del covid-19.

Bassetti “Errore populista”

Il Direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ha espresso a Adnkronos Salute le sue perplessità riguardo l’utilizzo a domicilio di antivirali per curare il covid. “La prescrizione prevede la compilazione di un modulo Aifa complesso sia prima che dopo, in più sono farmaci che hanno interazioni importanti con altre molecole. Insomma, mi sembra una decisione populista”, ricordando che “gli antivirali devono essere prescritti con assoluta appropriatezza, altrimenti li sminuiamo. Vedo tanta politica e poca scienza”. 

Bassetti specifica, inoltre, che questi farmaci “possono essere destinati ad una piccola parte di soggetti positivi asintomatici, ovvero gravi immunodepressi e chi ha altre malattie, pazienti che che è meglio vengano gestiti dal medico di base insieme ad uno specialista”: Sull’utilizzo di questi farmaci solo in alcune regioni, il virologo sottolinea che “In Liguria, nel Lazio e in Toscana il sistema di distribuzione ha funzionato, mentre non sono stati utilizzati nelle regioni che non sono state in grado di organizzarsi. Ma la realtà è che non si sono usati perché non tutti possono prenderli. In un Paese come il nostro, dove non c’è una profonda cultura infettivologica, non risolverà il problema”.

Andreoni “Rischio di corsa alla pillola”

Sull’importanza di agire con prudenza ha parlato anche il primario di infettivologia del Policlinico Tor Vergata di Roma e Direttore Scientifico del Simit, Massimo Andreoni: “Serve grande attenzione, sono antivirali di cui va fatta esperienza. Certamente il medico di medicina generale può essere in grado di gestire questi farmaci, ma da parte dell’Aifa è indispensabile un’informativa più corretta possibile, perché ci potrebbe essere una corsa da parte degli assistiti alla pillola anti-Covid”. L’infettivologo supporta il potenziamento della distribuzione degli antivirali in pillola, che “si sono dimostrati in grado di ridurre le ospedalizzazioni e la progressione della malattia severa, quindi la possibilità di permettere la prescrizione anche al medico di famiglia, potrà permettere l’accesso a questi farmaci”. 

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