Assegno unico, al via le verifiche: Inps tiene d’occhio 22mila furbetti

Sotto la lente dell’Inps 22mila domande che non hanno i requisiti. Sono giunte 4,7 milioni di richieste 

L’Inps sta eseguendo dei controlli su 22mila domande per l’assegno unico per i figli. Per le quote destinate ai ragazzi che hanno oltre 18 anni, l’Inps ha chiesto dei documenti aggiuntivi, al fine di controllare se vi siano i requisiti per ottenere il sostegno.

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Un modo, dunque, per stringere il cerchio attorno a quei “furbetti” che provano a ottenere il bonus pur non essendo in possesso dei requisiti necessari, un po’ come si è verificato per il sostegno del reddito di cittadinanza. La maggior parte delle richieste, proprio per evitare trucchetti, è stata esaminata in modo automizzato.

Da gennaio fino al 20 aprile, l’Inps ha ricevuto circa 4,7 milioni di richieste per 7,2 milioni di figli. Per inoltrare richiesta, sarà possibile farlo fino al 30 giugno 2022, facendosi riconoscere eventuali arretrati, il cui calcolo parte da marzo. Passata questa data, la prestazione di sostegno al reddito andrà a decorrere dal mese dopo quello in cui è stata presentata la domanda.

Si tratta di una stretta che interessa, tuttavia, una minoranza di richiedenti, ma che è essenziale per dare un segno a chi ha intenzione di frodare, aggirando le regole.

Le famiglie con figli maggiorenni a carico dai 18 ai 21 anni, hanno diritto al suddetto beneficio purché vi sia uno dei seguenti requisiti: il figlio maggiorenne per cui si fa richiesta di assegno unico deve frequentare un corso di laurea oppure un tirocinio o svolgere attività lavorativa, il cui reddito totale deve essere inferiore a 8 mila euro l’anno. Inoltre, deve essere registrato come disoccupato che sta cercando lavoro.

E ancora, nel caso in cui i figli maggiorenni lavorino e abbiano un reddito sotto gli 8mila euro, l’Inps comunica che costoro «sono da intendersi come facenti parte del nucleo familiare indicato ai fini Isee e che il reddito complessivo è dato dalla somma di tutti i redditi imponibili, al lordo degli oneri deducibili e di eventuali detrazioni spettanti, compresi quindi per esempio i redditi da locazione».

Gli importi dell’assegno unico in questione, cambiano a seconda dell’Isee e all’età dei figli. Agli Isee fino a 15mila euro spetta una quota base di 175 euro se il figlio è minorenne, a cui vanno aggiunto dei bonus, che potrebbe essere quello per le famiglie numerose o quello che viene assegnato se tutti e due i genitori sono lavoratori.

In quest’ultimo caso, c’è una maggiorazione dell’assegno unico universale per ogni figlio minore di 30 euro mensili. Per le famiglie con 20mila euro di Isee, l’assegno è pari a 150 euro. Se il valore Isee è tra 25mila e 30mila euro, la somma corrisposta sarà pari a 100 euro.

Infine, saranno corrisposti 50 euro per il figlio minore, se il richiedente ha un Isee che oltrepassa i 40mila euro. Tuttavia, non tutti hanno avuto la somma spettante.

Chi ha inoltrato la richiesta senza Isee integrandola successivamente, in diversi casi ha ricevuto un bonifico a marzo di 50 euro per il figlio, importo minimo previsto secondo le norme vigenti. La ragione è che le pratiche dei ritardatari non sono state elaborate per tempo. Per questo motivo, le famiglie che hanno avuto questo problema avranno entro giugno la somma spettante non ricevuto il mese scorso.

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