Ucraina, ministero Esteri: “Oltre 20 giornalisti sono stati uccisi dallo scoppio della guerra”

Ucraina, ministero Esteri: “Oltre 20 giornalisti sono stati uccisi dallo scoppio della guerra”. Giornalisti torturati, redazioni distrutte: “Tutto ciò è ripugnante, deve essere fermato”.

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Ucraina, ministero Esteri: oltre 20 giornalisti sono stati uccisi dallo scoppio della guerra – meteoweek.com

Almeno 20 giornalisti provenienti da tutto il mondo sono stati uccisi durante la guerra tra Russia e Ucraina. A renderlo noto inizialmente, lo scorso mese, era stata l’unione nazionale dei giornalisti ucraini. “Questa guerra non risparmia nessuno: strappa via la vita di soldati, civili, e operatori dei media”, aveva affermato il sindacato. Lo stesso che, in commemorazione delle vittime del conflitto, aveva pubblicato un elenco contenente i nomi dei 20 giornalisti rimasti uccisi, a partire dal 24 febbraio.

Sul delicatissimo tema, è oggi tornato a parlare il ministero degli Esteri ucraino, proprio in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa. “L’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe il 24 febbraio ha segnato una nuova fase di brutale repressione contro il giornalismo indipendente in Ucraina. In poco più di due mesi, gli aggressori russi hanno ucciso più di 20 giornalisti ucraini e stranieri, e hanno distrutto molte redazioni”, si legge nella nota del ministero.

In effetti, Mosca sta perpetrando una guerra anche contro l’informazione: come spiegato dal ministero, tra i crimini commessi dalla Russia in Ucraina, si contano anche gli attacchi contro i media, compresi i casi di omicidio e rapimento di giornalisti, gli episodi di bombardamento e il sequestro di torri televisive, oltre che diversi attacchi di pirateria informatica contro i siti delle risorse informative. Sempre secondo quanto viene raccontato dal ministero degli Esteri, tutte le città ucraine che sono rimaste occupate o circondate dall’esercito russo sono state isolate dal resto del paese, con i canali di informazione tagliati e bloccati (sia per quanto riguarda le reti televisive, che i canali a mezzo internet).

Sono almeno 20 i giornalisti morti in Ucraina

In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, il ministero degli Esteri dell’Ucraina ha reso omaggio e ricordato la giornalista di Radio Svoboda, Vira Girich, professionista che ha perso tragicamente la vita mentre si trovata in un edificio residenziale nel centro di Kiev, dopo essere stata travolta da un attacco missilistico russo. “La Russia ha commesso questo crimine durante la visita del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in Ucraina, mostrando il suo vero volto nei confronti delle istituzioni internazionali e dei principi fondamentali del diritto internazionale”, si legge nel comunicato ufficiale.

Ma a perdere la vita sono stati anche la giornalista russa Oksana Baulina, il documentarista americano Brent Renaud, il cameraman irlandese Pierre Zakrzewski e il regista di documentari lituani Mantas Kvedaravičius. Le morti più recenti sono state quella del 78enne membro del sindacato dei giornalisti ucraini, Yevhen Bal, e del video reporter Roman Nezhyborets. Bal è deceduto a seguito delle ferite riportate il 2 aprile, dopo essere stato catturato vicino a Mariupol. Il giornalista sarebbe stato torturato ferocemente dall’esercito russo il 18 marzo scorso, per via di alcune “foto compromettenti” scattate con l’esercito ucraino. Nezhyborets, invece, è morto per fucilazione.

Ma i media sono gambizzati anche in Russia

Sempre lo scorso mese, dopo la diffusione della lista delle vittime pubblicata dal sindacato ucraino, il Global Forum for Media Development (rete di supporto internazionale) ha rilasciato una dichiarazione firmata da 167 organizzazioni operanti nel settore dei media, con la quale vengono condannati tutti “gli attacchi della Russia alla libertà di stampa e alla libertà di espressione in Ucraina”. Quanto perpetrato da Mosca contro i giornalisti “è ripugnante, e deve essere fermato”, ha spiegato il Global Forum.

Anche in Russia, però, non è affatto facile la vita di chi lavora nel campo dell’informazione. Secondo quanto viene riportato da The Moscow Times, infatti, sarebbero almeno 150 i giornalisti fuggiti dal Paese, e 40 sarebbero invece le testate giornalistiche costrette a bloccare o a sospendere le loro attività a partire dall’inizio della guerra. Le autorità russe hanno al contempo intensificato la loro campagna di censura, così da mettere tacere le voci indipendenti, introducendo pene detentive fino a 15 anni per “notizie false” sulla guerra.

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