Macron ipotizza un’Europa in cui «rivedere i trattati e varare una nuova Comunità politica aperta a Paesi non Ue»

Il presidente della Francia ha detto che l’entrata dell’Ucraina nell’Ue potrebbe impiegare «anni, forse decenni», ecco perché si augura nasca una nuova «comunità» 

Il leader francese Emmanuel Macron, nel discorso tenuto al Parlamento di Strasburgo, ha difeso a spada tratta i valori europei contro le autocrazie, condannando i “crimini inqualificabili” compiuti dalle milizie russe in Ucraina, e facendo delle proposte per il futuro dell’Unione europea.

Emmanuel Macron-Meteoweek.com

Ripercorrendo la proposta di Mitterrand di creare una sorta di “confederazione europea“, Macron ha portato ad esempio il Consiglio Ue, organizzazione a cui finché Putin non ha invaso l’Ucraina prendevano parte anche i russi, e poi ha proposto una «comunità politica europea che permetterebbe alle nazioni europee che aderiscono alla nostra base di valori di trovare un nuovo spazio di sicurezza e di cooperazione nei campi della politica, dell’energia, dei trasporti, dell’investimento nelle infrastrutture, della circolazione delle persone e in particolare dei nostri giovani».

La richiesta dell’Ucraina di candidarsi all’entrata nell’Ue sarà forse accettata nel vertice europeo che avrà luogo alla fine del mese prossimo. Tuttavia, per l’ingresso dell’Ucraina in Unione Europea potrebbero volerci, anni, se non decenni, ha spiegato Macron.

Da qui, l’idea di creare un organismo più ampio in cui potrebbero fare il proprio ingresso, oltre all’Ucraina, anche Paesi che interloquiscono con l’Europa come Moldavia, Georgia, Serbia, Bosnia, Macedonia, Albania, Kosovo.

«Entrare nella Comunità politica europea non pregiudicherebbe l’adesione futura all’Unione europea, e non sarebbe necessariamente precluso a chi ha lasciato la Ue. Dobbiamo unire la nostra Europa nella verità della sua geografia, con la volontà di preservare l’unità del nostro continente».

Macron ha poi fatto sua una delle proposte di cui si era dibattuto bella Conferenza sull’avvenire dell’Europa, ossia la revisione dei trattati per consentire una maggiore integrazione.

«Dovremo riformare i nostri testi fondamentali, è evidente», ha proseguito Macron, trovandosi sulla stessa lunghezza d’onda con la posizione del premier Mario Draghi. Il leader francese si augura che venga convocata a giugno una «convenzione per la riforma dei trattati, è una proposta del Parlamento europeo e l’approvo».

Impostazioni privacy